di Emanuela Macrì
Cosa apre e chiude una gara, qual è il pensiero dominante del prima e del dopo? Quello che ti accompagna in griglia e poi ti segue fin sotto la bandiera a scacchi? Silvio Lombardo (Birilli Racing) non ha dubbi “nei secondi che precedevano il via alla prima finale lo sguardo era fisso sulla prima curva, quella al termine del rettilineo. Speravo di arrivarci indenne. Senza che contatti con altri piloti potessero metter fine alla mia gara prima ancora di aver iniziato.”
Racalmuto, seconda prova 2025 del Girone Sicilia. Seconda gara della vita per il pilota di Partinico ai Trofei Malossi. Lui che fino a dicembre dello scorso anno a posizionarsi su quella griglia nemmeno ci pensava. Complice, poi, una giornata in pista e qualche buon tempo segnato che sì, gli ha fatto pensare di avere qualche numero da giocarsi. Come quel 5, la sua data di nascita, quello che si porta da quando correva con il kart.
Asfalto e velocità, insomma: è cresciuto così. E ai Trofei Malossi ci arriva per mettersi alla prova e per dire la sua. E se al termine della prima domenica di gara a Favara si presentava in zona premiazioni per ritirare la coppa del quarto classificato di giornata. all’Autodromo Valle dei Templi si trova di nuovo in zona ma per salire sul podio e festeggiare dal secondo gradino.
Nonostante tutti i nonostante. “Il sabato ero sconfortato. Una condizione fisica non ottimale e tanto lavoro sul mezzo da fare. Tutto sembrava andare nel verso sbagliato, ma poi tutto si è riallineato. Dalla messa a punto all’umore, grazie al supporto di Gino Birilli, che non è solo un preparatore. Ma molto di più.” Asfalto e velocità, anche il suo meccanico è cresciuto così!
La domenica, poi, con la febbre che sale a 38 “decido di affrontare le finali con un solo turno di qualifica: dopo la Q1 e un tempo buono preferisco risparmiare le energie e caricarmi per la gara.” Che si presenta dura già nelle previsioni: tanti cavalli di razza e non solo nei motori. Ma “dopo la prima frazione chiusa al secondo posto di categoria, dietro a Emanuele Giordano, mio compagno di team, mi sono davvero caricato. Su un circuito così impegnativo, dove ci vuole tanto motore ma altrettanta forza fisica per tenere il mezzo in curve così veloci, quel secondo posto sotto la bandiera è stata la medicina migliore.”
Per non parlare della seconda finale, quando fino all’ultimo è davanti a tutti gli avversari di categoria. “Fino all’ultima curva, quando proprio Emanuele trova un varco e all’ultima curva si infila, andando a vincere.” L’esperienza, sul traguardo, fa la differenza. Insieme alla marmitta “la mia, che nella seconda partenza, quella dopo la bandiera rossa, paga lo scotto di un contatto e rimane in posizione precaria per tutti i 9 giri. Non so nemmeno come abbiamo fatto ad arrivare alla fine.”
Su quel traguardo che chiude la domenica e anche il flusso delle preoccupazioni. “Passare sotto la seconda bandiera a scacchi è stato il momento più bello del weekend. Quello in cui ho realizzato di essere riuscito a non combinare guai e finire la gara ma, soprattutto, di aver guadagnato i punti necessari per il podio.” La prima curva e il secondo gradino del podio: questi i pensieri che ti accompagnano in griglia e poi ti seguono fin sotto la bandiera a scacchi, quelli dominanti per Silvio Lombardo, del suo prima e del suo dopo gara.