di Emanuela Macrì
“Qui si fa tutto in casa eh!” Qui, a Massa, sul campanello c’è scritto Fam. Lazzoni. Quel QUI che nei fine settimana dei Trofei Malossi diventa un gazebo montato nel paddock o un box, dove Marco e Mirko Lazzoni si fan tutto da soli “dalla ciclistica al motore”. In un team che non poteva non portare lo stesso nome scritto sul campanello.
“Un orgoglio” sottolinea Marco, dal gradino più alto del podio del Trofeo ScooterMatic Regioni Nord nella domenica di Cervesina. Quello su cui è salito per alzare la coppa del titolo di giornata. Quello poi condiviso con il fratello Mirko, a cui andrà la coppa del miglior preparatore di giornata di categoria. “Ci siam riscattati, dai” con quel flebile accento toscano e un sorriso che non è mancato mai. Anche se, a tratti, è rimasto lì a metà.
“A Modena abbiam battezzato male la stagione, con il mezzo caricato sul furgone ancor prima del secondo turno di qualifica. Per via delle rain che lì, con quella pioggia eran necessarie.” Lasciando vuota un’ottima casella 4 in griglia di partenza e lasciando l’autodromo con la promessa di rifarsi a Pomposa. La seconda prova della stagione dove pagherà il dazio di una squalifica dopo la vittoria di gara1 “ma darò la svolta con la vittoria nella seconda frazione.” Già perché con la terza e ultima a prova a Cervesina il bottino pieno, con la pole position di categoria, due vittorie di manche e quella di giornata beh, la svolta potrà dirsi compiuta.
“In un circuito che mi piace. Anzi, che mi riesce abbastanza bene.” Ok, togliete quell’abbastanza. Perché Marco al Tazio Nuvolari non soltanto va a prendersi la casella numero 5 della griglia assoluta, che tradotto in lingua Regioni Nord sarebbe poi la pole, ma conduce due gare quasi interamente con il gruppone di testa. “Partendo bene e cercando da subito di rimanere lì davanti. Non puntavo a fare il risultato anche in ScooterMatic. Perché conosco i miei limiti. Ho un mezzo preparato completamente da me. E non ho raggiunto, ancora, il livello di tanti di quelli di cui ho visto solo la gomma posteriore.”
Ma non lo dice per trovare una scusa. “No, il mio orgoglio trova casa proprio qui. In un mezzo home made che però, sebben non possa permettersi di stare davanti, almeno ci può rimanere attaccato.” E se andate a rivedervi le dirette YT vi renderete conto anche di quanto, davanti e attaccato. “In gara1 non m’è riuscito di sorpassare. In gara2 ho fatto due errori, due frenate troppo in anticipo, in cui ho perso qualche metro che poi non son riuscito a recuperare. A quel punto mi sono girato, ho visto i miei avversari a 20 metri. Davanti erano andati, dietro ero coperto, da lì in poi ho gestito.”
Fino al podio. Dove ci arriva con il motore tutto suo ma anche un mezzo, tutto suo. Perché la firma ce la mette pure sulle sospensioni. E non solo sulle sue. “Da qualche tempo collaboro con IPI Team, quello di Devais, che sarà sul podio con me, sul secondo gradino. E poi con Andrea Guzzon, che è l’artefice del mio ritorno alle gare.” E anche qui sono state e continuano ad esser soddisfazioni. “Perché io nella vita faccio altro, mica il meccanico! Però mi sono appassionato, ho avuto un buon maestro, sospensionista. Ho cercato di imparare qualcosa da lui, lo sento ancora spesso, ora mi sto applicando. Mi par che mi riesca bene!” Tra motore, qualifiche e sospensioni qui son tante le cose che gli riescono eh.
Sempre tutto Home Made, comunque. Da Massa ai Trofei Malossi sempre con suo fratello Mirko. Condividendo anche il numero sul cupolino. “Prima di me, in pista, c’era lui. Qualche gara con il numero 15 che ora poi è diventato il mio. Perché qui si fa proprio tutto assieme. In casa.” E viene il dubbio che quel 15 sia pure il numero civico, sotto quel campanello con scritto Fam. Lazzoni.