Stefano Iotti, una Malossi Racing Academy di… trasformazione!

di Emanuela Macrì

Un fine settimana targato Malossi Racing Academy come una cabina telefonica, quella che nei fumetti DC Comics trasformava Clark Kent in Superman. Però no, niente supereroi all’autodromo di Modena, ma dieci ragazzi che dopo il loro arrivo il sabato mattina e il rito della vestizione – a cui vanno aggiunte le sessioni teoriche, gli esercizi pratici e le prove sull’asfalto - ne escono con già due frazioni di gara all’attivo. E il primo passo verso il futuro da piloti, compiuto. 

Tra questi anche Stefano Iotti che, certo, di strada non ne ha fatta poi molta da Castelvetro, in provincia di Modena, per “indossare quella tuta per la prima volta e pensare che stavo vivendo il sogno di molti: raccontando che avrei preso parte all’edizione MRA 2025 ai più si illuminavano gli occhi sentendo il nome Malossi. E portarlo addosso insieme al suo logo, è stato, per me, un sogno realizzato. Il mio.

Meccanico 25enne, Stefano segue l’Academy “da quando è nata, e ora, dopo anni in pista a dar assistenza tecnica a qualche amico, con qualche giro rubato tra una messa a punto e l’altra ma non di più, è arrivato il mio momento.” L’occasione attesa che, però, non è soltanto una tuta, un nome e un logo. Perché “in un weekend di gara ci sta tantissimo dentro. E non lo pensavo.”

Come il primo ingresso in pista e la prima griglia di partenza con “quell’ansia del pre-gara che ho sentito descrivere dai piloti però fino a quando non la vivi, fino a quando sei tu e la gara non è la tua eh… non la puoi capire.” Una sensazione che “sentivo descrivere come un qualcosa che non vorresti ma che finita la gara non vedi l’ora che torni, che sia la prossima gara per tornare a sentirla. Ora so che, effettivamente, è così. È un’emozione che quasi ti blocca ma finita la gara ne vorresti, subito, ancora.”

Immobilizzato come quando la domenica di gara il tempo peggiore, il Direttore di Gara dichiara il regime di wet race e al Dragster vengono montante le gomme da pioggia. “Un bel carico (di adrenalina) in più! Infatti in gara1 sono entrato molto cauto. Non avevo idea, nella pratica, di come si comportassero le rain. Certo siamo stati risparmiati dalla pioggia, con la pista praticamente asciutta. Ma è stato un bel battesimo. Già la novità di tutto e poi pure il bagnato… altro non ci poteva stare.” Tranne una seconda frazione di gara.

In cui lasciar andare la tensione del debutto e “assecondare la necessità prima che mi si era presentata: studiare chi avevo davanti, cercare di capire il motivo per il quale non riuscivo a passarlo, le sue traiettorie e quindi le scelte. E così mi sono messo dietro a un compagno e, dopo due giri di studio, ho trovato un punto dove lui accelerava più tardi rispetto a me che riuscivo ad aprire il gas in anticipo: il punto era quello. Leggere l’avversario, metterci il cervello e la strategia. Bello!” 

A giocare qui, però, sarà il consiglio dei coach Rebecca Bianchi e Luigi Pannone “a ragionare con la mia testa. Perché sì la tendenza, naturale, in queste situazioni è quella di guardare cosa fanno gli altri, riferirti a quelli con i tempi migliori, confrontarti con il primo in classifica e finisce che esageri, senza portarti a casa nulla. Rimanere concentrati su sé stessi, invece, è fondamentale, ed è un particolare che mi ha tranquillizzato molto. Capire da subito che più importante del cronometro, di ogni cosa, è l’apprendimento. Quello è il tuo vantaggio.” 

Un bel bagaglio da portarsi alla seconda prova stagionale in programma a Magione dove “devo arrivare più preparato fisicamente. Dopo la prima domenica di gare ero bello stanco, e per fortuna che in ragione del regime di wet race siamo andati più cauti. Ora sono molto curioso di fare una gara tutta sull’asciutto, per vedere quali sono i limiti fisici, fin dove mi posso spingere e dove posso lavorare.”

E se da Castelvetro di strada per arrivare al primo weekend di gare non ha fatta poi molta, meno ancora sarà quella che divide la bandiera a scacchi, che taglia per due volte in terza posizione, dal podio. Da quel terzo posto di giornata con cui Stefano Iotti inaugura la sua stagione in Malossi Racing Academy. Non come Superman, certo, ma come un ragazzo che dopo un fine settimana in autodromo ne esce pilota. Anche se con QUELLA tuta un po’, supereroe, forse si è sentito!