Massimo e Marvin Mendogho: i Trofei Malossi come svolta

 

Un cambiamento inserito all'improvviso nella sceneggiatura di un film ancora in fase di scrittura. Qualcosa che muta il corso degli eventi, in un solo momento e diviene, al tempo stesso, l'elemento essenziale della storia che finirà sullo schermo. Lo chiamano colpo di scena ed è la svolta, il punto di non ritorno.

Quello che per Massimo Mendogho arriva nel 2009, l'anno del cambiamento “in cui dopo mille botti, gare, pianti (tanti!) e sorrisi (tantissimi pure questi!)- racconta l'ex pilota romano - arrivo al finale di stagione dove mi gioco tutto in una volta.” Una classifica a pari punti con l'avversario di stagione, Santo Russo, fa sì che l'ultima chiamata per il titolo nella ScooterMatic Extreme sia la gara di Vallelunga.“Una pista che frequento da sempre e dove da ragazzino e spettatore ho conosciuto i Trofei Malossi.” Il luogo ideale per ambientare un colpo di scena, dunque.

E farlo, possibilmente, con una scena madre. “Una vittoria strappata a Russo per soli 18 millesimi in un arrivo al fotofinish indimenticabile. Come il titolo conquistato, il primo, e quel nuovo corso delle cose.” Da lì, infatti, il Massimo impulsivo e senza compromessi, quello da prima piazza o nulla, lascerà il posto in sella al pilota che verrà . Uno che impara ad “attendere e studiare la situazione, combattere la tensione che chiude stomaco nel pre-gara, dare priorità alla tattica rimanendo nelle retrovie in attesa del momento migliore per il gas.” In gara come in campionato.

In quei Trofei Malossi che oggi, dopo mille botti, gare e altrettante soddisfazioni, guarda da un nuovo punto di osservazione: la cabina di commento. “Con il ricordo dell'adrenalina a batterti sulla spalla e, insieme, con la sorpresa di assistere alla prima visione di uno spettacolo di cui, però, conosci tutti i meccanismi. Una prospettiva che regala una visione d'insieme, e mentre valuti le caratteristiche e il vissuto dei piloti, pensi al film mentale e personale che sta scorrendo davanti ai loro occhi. Un qualcosa che conosci perchè già vissuto, ma allo stesso è del tutto nuovo, perchè ogni gara è una storia a sè.”

Con un jolly, che di nome fa esperienza, capace di salvare una partita e da giocare nei momenti topici. Come per Marvin, il fratello minore di Massimo, che dopo il titolo 2013 nella T-MaxCup decide che quella sarà la sua ultima stagione da pilota, perchè dopo la vittoria stagionale è tempo di correre spedito verso una nuova vita. Tra un weekend in pista e un altro, infatti, è arrivata la notizia che Linda, la sua compagna, è in dolce attesa di Marcus, il loro primogenito.

E da lì alla decisione di dedicare tempo ed energie alla nuova famiglia in costruzione, il passo è breve. Sebbene sia chiaro fin da subito si tratti solo un arrivederci. “Un cambiamento di vita che ho portato anche nei Trofei Malossi, dove dopo un anno di assenza ho deciso di tornare nei nuovi panni del team manager e preparatore. Un ruolo, quest'ultimo, in cui l'esperienza maturata e la conoscenza delle piste mi ha dato buoni consigli e aiutato a trovare soluzioni. Perchè conoscere curve e rettilinei e sapere come impostarne l'ingresso e l'uscita, ad esempio, agevola molto in fase della preparazione.”

Tanto quanto portare nei box quella pacatezza che lo distingue dal sanguigno fratello, ma anche la determinazione che sull'asfalto non gli è mai mancata. “Forse per questo ho sempre preferito le piste tecniche e l'Autodromo di Modena su tutte. Quei tracciati tortuosi dove tra continui sali scendi e curve ravvicinate prediligono il saper gestire il ritmo anzichè puntare sui tratti dove far correre il mezzo. Facendo attenzione - conclude il titolare del Marvin Racing Team -alle ripartenze.” E cercando di accogliere ogni cambiamento come un nuovo inizio, di vedere un colpo di scena improvviso quale motore di una nuova sfida. Targata Malossi, si intende!

Emanuela Macrì