Marco Caruso, all’Academy apparecchia il futuro

di Emanuela Macrì

Lui è Marco Caruso, 24 anni, saldatore presso un cantiere navale a Savona. Qui, però, nei panni di pilota della Malossi Racing Academy edizione 2023 intervistato e quelli, mentre il registratore scorre per non perdersi nemmeno una lettera, di cuoco. È sera, l’ora della cena che sta prendendo forma tra i fornelli di Marco. Ma qualcos’altro bolle in pentola.

Perché “all’arrivo in Academy, all’asciutto di qualsiasi esperienza in pista, subito mi trovo a fare i conti con una sorpresa, quella di un livello già alto dei miei compagni di avventura. Ora, dopo due week end di gara mi ritrovo a occupare la terza posizione della classifica. Davanti a me, quindi, un percorso che vorrei fosse di risalita. Ma senza dare nell’occhio, fingendo di nulla per cucinare un attacco alle prime posizioni.” E come? “Beh la ricetta è segreta!” 

E gli ingredienti? “Ogni fine settimana nel paddock è occasione buona per mettere in dispensa qualcosa, pensando anche a un futuro sullo Zip. Per fare la spesa con gli occhi e le orecchieQui serve tutto.” Così nel carrello, ad oggi, troviamo “un ginocchio sull’asfalto al terzo turno di prove libere, a Modena. In quella prima giornata in sella in cui, al primo ingresso, avevo notato quanta fosse la distanza tra il ginocchio e l’asfalto. Non potevo farcela. E invece…”

Da non lo toccherò mai a qualche tocco fino alla grattugia ci sono pochi giri di pista e le sessioni di formazione in aula. “Continuando ad aggiungere qualcosa ad ogni attività e allenandomi a casa. Fisicamente ma, anche, psicologicamente. Oggi ho la testa per far bene, in una situazione che prima non era tale.” Ed in questo hanno giovato anche la presenza, i consigli e le lezioni di Rebecca Bianchi e Luigi Pannone, due guide non soltanto per le due ruote. 

Come dimostra quel qualcosa che in Marco Caruso è cambiato. All’inizio “come detto ho capito subito che il livello era più alto di quanto credessi e la cosa mi ha demoralizzato. Poi, però, ho visto che le cose potevano girare, che potevo crescere e difendermi. Poi il secondo weekend con il terzo gradino podio conquistato eh… lì mi sono rianimato. E ora in attesa del terzo, sono decisamente carico, a molla!”

Dopo la pioggia di gara2 della domenica di Magione “che speravo di trovare. Era un’esperienza che volevo fare come avevo dichiarato sulla chat del gruppo MRA. Come prova. Sfida. Step.” E dopo una prima finale “in cui ero terzo, nei primi giri, ma venivo passato da due avversari. Continuando, però, a crederci lo stesso fino all’ultimo giro quando un contatto tra il secondo e terzo mi apre il varco per l’infilata vincente per il podio. 

Ho festeggiato dopo il traguardo a mani al cielo e poi toccandomi la pancia: quei chili in più rispetto ai miei avversari non mi hanno impedito di far meglio. Mito del pilota più pesante che non riesce ad avere la meglio, sfatato!” Quella pancia che ora manda chiari segnali. Perché la cena, nel frattempo, è pronta. Alette di pollo. “Ma potrebbero non bastare. Se così sarà, preparerò qualcos’altro.” Piatto e ingredienti che si aggiungono ma, manco a dirlo, rimarranno segreti. La tavola, invece, è apparecchiata.