di Emanuela Macrì
Simone Zurma e la sua esperienza alla Malossi Racing Academy? Buona la seconda! È proprio il caso di dirlo. Da una parte perché il primo anno, il diciassettenne della provincia brianzola, aveva dovuto rinunciare per questioni personali, dall’altra, invece, perché la sua posizione nella classifica della prima prova stagionale no, non lo aveva soddisfatto. Ma c’è sempre una seconda possibilità e la storia di Simone alla MRA lo dimostra davvero.
Da quel primo passaggio allo stand Malossi di Eicma, dove aveva raccolto le prime informazioni, all’Autodromo di Modena dove ha provato tutto il materiale in dotazione e “da subito sentito che in quella tuta, stivali e casco ci stavo dentro davvero bene!”. Così come ci starà bene in pista “quando dopo il primo ingresso dove è tutto nuovo e ti chiedi cosa stai facendo e cosa guidando. E un secondo dopo ti senti nel posto giusto.”
Mentre indossi quel sorriso da gara “quello spuntato dopo una buona partenza. Quello che non mi sono più tolto per tutte e due le frazioni di gara. Perché mi sono divertito e questo ha reso le cose molto più semplici. Come nella vita così anche alla guida.” E se la classifica di giornata gli sorriderà un po’ meno “sarà il punto da cui ripartire per Magione.” Seconda prova stagionale e seconda possibilità.
Quella che Simone non si fa sfuggire. Si era promesso un salto di qualità. E salto di qualità sarà. “Ho reagito alla delusione con l’emozione, e poi quando ho visto le prime gocce di pioggia ho capito che quella era la mia occasione.” Sotto la pioggia? “Sì, l’asfalto bagnato mi mette una certa euforia, difficile da spiegare. Sento le rain agire, il Dragster reagire: quella sensazione di buon grip che mi dà la fiducia necessaria per poter osare quel qualcosa in più. Stacco meglio e cerco traiettorie più azzardate.”
Che tradotto in termini race significa “un quarto posto sotto la seconda bandiera e uno in classifica di giornata. Ci siamo, quasi.” Quasi al podio? “Sì, ma non è un fatto di posizioni. Arrivare a conquistarne un gradino significa crescere, capire, trovare soluzioni. A Magione in gara2, ad esempio, nel finale non sono riuscito a difendere la terza posizione da Stefano Iotti che, in fondo al rettilineo più lungo, mi ha infilato perché è riuscito a frenare quell’attimo dopo di me e passarmi all’interno. Da lì non c’è stata più nessuna occasione per attaccare e passarlo. Errore mio, da analizzare per non ripetere!”
E tra le cose da ritrovare, invece, alla prossima gara di Binetto? “Quello che da Modena mi son portato in Umbria: la posizione più corretta possibile del corpo in sella e dei piedi sulla pedana – come da insegnamento di Rebecca Bianchi e Luigi Pannone - insieme a una buona qualifica. Che era il mio punto debole, perché tendevo a girare da solo. Ne ho parlato con i coach che, invece, mi hanno suggerito di rimanere con il gruppo. Non tanto o non solo per il gioco delle scie ma per osservare gli altri, le traiettorie e il modo di affrontare ogni punto della pista.”
Ecco spiegate le due caselle guadagnate in griglia. E le quattro in classifica di giornata. Buona la seconda, si diceva. Perché c’è sempre una seconda possibilità e la storia che Simone Zurma sta vivendo alla Malossi Racing Academy sembra davvero dimostrarlo. Insieme a quella sua voglia, che poi è il motivo primo che lo ha portato adi iscriversi, di confrontarsi con gli altri per dimostrarsi che ce la può fare. Con quel sorriso da gara, che ora si porta anche in qualifica.