Oltre le difficoltà. Coach SuperPann docet

di Emanuela Macrì
 

Ai partecipanti della Malossi Racing Academy consiglierò di divertirsi. Ricordando, però, l’importanza di affrontare questo percorso con la dovuta serietà. Di essere responsabili e impegnarsi a vivere ogni passaggio in maniera piena, senza sconti o scorciatoie: è la strada lunga e tortuosa a condurti all’obiettivo fissato.” Anche quando le cose non funzionano come dovrebbero, anche quando avresti la voglia e ogni ragione per rimettere la moto sul furgone e guidare tutto d’un fiato fino a casa. 

Luigi (SuperPann) Pannone ne sa qualcosa. Lui che arriva ai Trofei nella stagione ’99 “con un amico, a Magione, per quella prima, indimenticabile, volta per me che non avevo nemmeno la minima idea di come fosse organizzato un fine settimana di gare. E trascorrevo quelle due giornate senza mai togliermi la tuta, presentandomi puntualmente al cancello di accesso alla pista ad ogni chiamata per tornare al box ogni volta che non era il turno previsto per la mia categoria.” Prima di una gara dall’esito amaro, per via di un ventisettesimo che gli andrà stretto più di quella tuta indossata per ore, ma che saprà riscattare.

L’anno successivo arriva la dotazione di uno scooter 180cc e, abbinata, l’assistenza di un team “a cui, per fedeltà, preferirò quello che mi seguiva da tempo. Commettendo l’errore di affidarmi a persone che dimostreranno di non valere la fiducia accordata. Tanto che a pochi giorni dall’impegno europeo che si sarebbe tenuto al Mugello, mi impediranno di parteciparvi trattenendo quella moto che, peraltro, nemmeno era loro.” 

Ad aggiustare le cose, però, sarà la visita in officina di Italo, rappresentante e intermediario tra l’organizzazione dei Trofei e Luigi e una telefonata dal suo cellulare a quello di Sandro Malossi: “Noleggia un furgone, ritira la tua moto presso l’officina di Gino Salvatori, nostro collaboratore, e mettiti in strada. Al resto penseremo tutto noi. Al Mugello non puoi mancare” gli dice il patron. E lui non mancherà. Anche se il primo ostacolo si presenta già prima di partire. “E chi ce l’ha la carta di credito richiesta per il noleggio del furgone?”

La sorpresa peggiore, però, sarà un’altra. Quella di una moto che non va in moto: qualcuno, prima di renderla all’affidatario, aveva sostituito i componenti più importanti con altri di minor qualità. Il risultato dell’operazione sarà un intero sabato trascorso da Gino a mettere mano al motore mentre Luigi è diviso tra l’idea di rinunciare e tornare a casa e il tormento di non riuscire a ripagare e riconoscere la disponibilità di Sandro e Gino. E di quell’amico che senza pensarci due volte gli aveva prestato la carta di credito.

La domenica, dunque, l’ingresso in pista per le qualifiche è un atto dovuto. Il risultato, però impietoso: in griglia il suo posto sarò il numero ventotto su poco più di trenta partecipanti. E mentre tutti sono già schierati “con Gino apportiamo gli ultimi aggiustamenti: lui con due martellate all’albero motore, io con una preghiera recitata mentre lentamente percorro la pit lane.” Addosso gli occhi degli amici venuti fin là per lo spettacolo. Sullo stomaco il peso della responsabilità. 

Al primo passaggio sulla linea del traguardo il gruppo al muretto non vedendolo passare con la coda della gara abbandona la posizione, immaginando un guasto o una caduta. Una volta al box, però, la voce della speaker rende chiaro cosa stia succedendo: Luigi in meno di un giro si è portato nelle prime posizioni “e all’ultima curva, con un sorpasso esterno estremo, tanto da rischiare di tamponare di Mauro Montagna che stava andandosi a prendere la vittoria, mi porto in quella seconda posizione che manterrò fin sotto la bandiera a scacchi.”

E che una volta sceso dal podio porterà con sé, nella forma di quel soprannome, SuperPann, dato dagli amici dopo aver assistito alla sua impresa, per non lasciarlo più. Nemmeno ora che dopo aver gareggiato in numerose categorie, dai 70 cc fino ai 4tempi della T-Max Cup, fino all’esperienza del reality dello scorso anno è pronto per un’altra stagione da coach. Dalla sella alla cattedra con il passaggio, intermedio, in qualità di collaboratore, grazie al progetto della SprintMatic che da questo 2021 trova nuova forma nella Malossi Racing Academy.

Un’idea, quella della SprintMatic, dell’organizzazione dei Trofei Malossi di qualche anno fa. Una proposta che all’inizio mi preoccupava perché temevo di non essere all’altezza delle aspettative ma di cui avevo subito capito l’importanza: da Sandro ho imparato tante cose, e alla fine di ogni nostro dialogo hp sempre avuto la certezza di portar via qualcosa di utile, importante. Così con quella sua proposta mi stava dando una grande dimostrazione di fiducia nei miei confronti. E io non potevo che ripagarlo con il maggior impegno possibile.” 

Perché per riuscire, nella vita, ci vuole una gran dose di ambizione ma anche di serietà nel perseguire gli obiettivi, cercando “di vivere la vita – conclude SuperPann - come una gara, ogni giornoL’esperienza da coach dello scorso anno mi ha insegnato molto: portarli in pista, vedere la loro soddisfazione e sentirli emozionati è stato qualcosa che non pensavo di vivere. Anzi, rivivere.” Non importa se sarà poi una martellata, una preghiera o una telefonata a cambiare, aggiustando, il corso delle cose. Senza sogni e senso di responsabilità sei destinato a rimanere nei box. E magari, con una moto che non va in moto.