di Emanuela Macrì
Poco tempo per prepararsi e tempi da fermare al cronometro. Marco Grana arriva al World Malossi Day di Varano de’ Melegari con quella voglia di far bene che lo accompagna su ogni asfalto, con ogni mezzo. “Una pista che conoscevo – racconta il pilota che su cupolino porta il (suo storico) numero 117 - anche se non la frequentavo da un po’ e che sì, mi ha messo in difficoltà. Più di altre piste e da subito, già dalle prove libere.”
Per via del tracciato “non riuscendo a interpretare in modo corretto l’ultima chicane, il punto in cui non sono riuscivo a ottenere il 100%” a cui si aggiungeva la difficoltà di un cambio di sella “e l’arrivo in un team che ho conosciuto solo il venerdì. Con la fortuna, però, di trovare in Ciro Accardo un preparatore di livello e un mezzo, quello fornito, performante. Nonostante una piccola noia che abbiamo risolto solo domenica in mattinata. Un piccolo problemino che ci ha fatti dannare.”
Ma anche divertire. “Altrochè! In prova ero riuscito a girare in 1:19 alto. Ma poi sono scivolato…” portandosi nella ghiaia di bordo pista quel tempo ma non la voglia di riprovarci. E anche se la qualifica gli assegnava una seconda fila della griglia e una quinta casella di partenza nelle due gare che assegnavano il Trofeo delle Regioni 2025, dirà la sua. Altrochè!
Nella prima finale, quella del pomeriggio di sabato, con un mezzo non 100% (causa piccola noia di cui sopra) ma comunque competitivo giocherà da subito recuperando posizioni andandosi a prendere la vittoria “con una bella battaglia con Devais – ormai è il mio rivale primo, quello principale – ma anche con Marco Lazzoni che ci dà un bel po’ di gas. Peccato per l’uscita di scena di Joseph Boccaccio ed Emanuele Giordano ma portare a casa la vittoria è stato liberatorio. Mi ha permesso di disfarmi della, tanta, tensione accumulata durante le prove e le qualifiche.”
E preparato a una seconda frazione “in cui il comandamento era quello di portare a casa il risultato senza danni. Guadagnando quelle posizioni utili per poi mantenerle.” Missione compiuta. Con un terzo posto sotto bandiera (che poi diverrà un secondo posto per via della squalifica tecnica comminata a un pilota, seppur questo non porti alcun giovamento in fatto di punti NdR) “dopo un’altra gara bella combattuta.”
A gas aperto, fino al podio. “Vincere il Trofeo delle Regioni eh… mi ha dato un gusto, una soddisfazione incredibile” e doppia. “Da una parte per il grande impegno di tutto il team Accardo Racing, reso ancora più evidente dal fatto che l’accordo di collaborazione era arrivato pochi giorni prima della finale raddoppiando, di fatto, il carico di lavoro nel box” a cui si aggiunge “il livello, davvero alto, degli avversari. La presenza di tutti i piloti che si sono contraddistinti nei vari gironi e del lavoro dei team, si è notata già dai primi turni.” Un livello della sfida elevato per elevare a potenza il godimento.
E sentirsi a casa “grazie a un’organizzazione che per me è entusiasmante. Quella dei Trofei Malossi, per tanti aspetti, devo riconoscere non ha nulla da invidiare a quella del MotoMondiale, dove vivo per gran parte dell’anno: tra droni, telecamere, gare trasmesse live, circuito in esclusiva, cartelloni e tutto il resto beh per me è qualcosa di incredibile.” Come quel Trofeo delle Regioni ambito, conquistato, gustato ma sistemato (forzatamente) in fretta sulla bacheca di casa, prima di partire alla volta di Motegi. Colpa dei tempi stretti, anche in questo caso!