di Emanuela Macrì
“Da subito – diceva a poche settimane dall’inizio - mi è stato chiaro quanto con la Vespa non ci si possa permettere di perdere tempo e occasioni: appena possibile devi andare via.” E via ci andrà davvero Michele Beretta. Verso il primo storico titolo della Malossi Racing Academy per assicurarsi, oltre alla gloria, quel premio che lo porterà per un’intera stagione, la prossima, in sella a un motore 100cc.
Smessi i panni di Capitan America, vestiti dopo la bandiera a scacchi che a Vallelunga gli consegna il primo posto in classifica per affrontare un giro di saluti da vera star delle due ruote, per il pilota di Casatenovo è tempo di organizzare valigia e trasloco, dal box dell’Academy alla griglia del Trofeo Nazionale Scooter Velocità. “Per mettere a frutto tutto quanto imparato e - perché no? – cercare di far sentire voce e polso lì davanti, tra i big della categoria.”
Dopo una stagione di Academy in cui “sono cresciuto, tanto, soprattutto di testa. Affrontando a viso aperto l’aspetto per me più difficile ossia mettere da parte l’istinto per gestire ogni metro di pista. Imparando che agire d’impulso per affrontare il tracciato come un campo di battaglia, in nome del gas aperto e di tutti i rischi che mi voglio prendere, non è la via giusta. Anzi. I risultati non verranno da lì e non così.”
Consapevolezza e insegnamenti della pista “e dei coach. I loro consigli sono stati una rivoluzione. Per la visione e il modo di pensare, ora, da pilota.” Con un percorso “da paura! (Come quella mascherina con ghigno sfoggiata per tutta la stagione… non potete non averla notata NdR) Fino a quell’abbraccio finale con coach Verderosa che mi ha sempre spronato sì ma anche, più volte ammonito. Fino a quel “Complimenti, gara stupenda!” che mi ha regalato una soddisfazione difficile da descrivere.”
Il sigillo che non ti aspetti, arrivato a impreziosire quella che Michele definisce la tappa più agevole del suo percorso “la gara finale sul tracciato corto di Vallelunga. Facile perché affrontata sulla scorta di tutte le conoscenze acquisite durante il cammino in Academy. Con quella visione nuova e quella nuova capacità di gestire testa, gara, avversari, pressione. La stessa che mi ha rimesso in corsa dopo aver rischiato di gettare via tutto nelle tappe di Magione – che rimane, comunque, la mia pista preferita. Bella tecnica - e Cervesina, recuperando già a Varano.”
Quello che non ritroverà e già gli manca, manco a dirlo, è “il gruppo e quell’unione fuori e dentro la pista arrivata fino al paddock, con le famiglie riunite a condividere pasti, fare gruppo e quadrato su emozioni e apprensione.” Qualcosa che non si può raccontare. O forse sì. “Con quel burnout finale dopo l’ultimo traguardo. Lì sulla pista del Taruffi tutti insieme a salutare un’avventura che non rivivremo. Ce ne saranno altre, sì, ma questa rimarrà davvero unica.”
L’ultimo saluto prima di chiudere la stagione della Malossi Racing Academy. Con la testa già al TNSV “quello che avrei scelto comunque – però nel 70cc c’è il Mondiale! Ma vediamo di lavorarci per raggiungere quella anche quella griglia - perché è più competitiva. Oh lì ci vuole il pelo giusto.” Eh già, lì per andare via la tuta di Capitan America potrebbe non bastare.