Mattia Baldazza, i Trofei Malossi sotto la bandiera della sicurezza

L’esistenza è fatta di incroci, si dice, di avventure spesso imprevedibili e di rischi che non si potevano mettere in conto. Il tutto condito da uno spirito che mescola l’istinto di sopravvivenza alla voglia di migliorare. Come narra Undulna. Una vita fra avventura e medicina il libro che Mattia Baldazza ha appena riposizionato nella libreria. Pagine in cui Massimo Magi, medico e maestro d’ortopedia, racconta di una vita tra camici e mascherine attraversata da viaggi a vele spiegate e tanto lavoro nel continente africano. Di un’esistenza di incroci, per l’appunto.

Il mio imprevisto lungo il percorso è stato – racconta Mattia – decisamente più impattante: era il 2017 e un incidente stradale su due ruote mi teneva fermo per qualche mese.” Giusto il tempo per incappare in un bando ministeriale e trovare una via per dare forma a un desiderio. “Dopo quanto mi era accaduto mi sono trovato spesso a ragionare sul tema della sicurezza. E per me che avevo conosciuto la pista, sebbene solo da amatore, quel corso era la possibilità concreta di dare un contributo in materia rimanendo nell’ambito di una passione che non avevo, certo, lasciato sull’asfalto. Quella per le moto.”

Un desiderio che diviene volontà, passa attraverso l’ammissione a un corso e arriva all’autodromo di Modena, il circuito dove, uno degli stage previsti dalla Federazione Motociclistica Italiana si trasforma nel primo colpo di gas verso una nuova avventura. Per l’occasione, la manifestazione targata Trofei Malossi, gli incaricati della direzione di gara sono Attilio Greco e Sergio Zanetti, due figure storiche e volti famosi tra le bandiere a scacchi e le griglie di partenza di quell’universo e quel marchio di cui Mattia non può che rimanere affascinato.

 

A Sergio, poi, chiederò la possibilità di continuare il percorso di apprendimento. E così, in affiancamento a lui, arrivo al Circuito Tazio Nuvolari di Cervesina, Pavia, dove avviene il battesimo, il vero e proprio ingresso in Famiglia.” Un vocabolo scelto con cura, non una lisciata di pelo. “Non saprei come altro descrivere la realtà dei Trofei Malossi. Non credo vi sia parola più appropriata. La speranza, da parte mia, è quella di riuscire a contraccambiare l’accoglienza riservatami con altruismo e lavoro. In una famiglia non puoi limitarti solo a ricevere e io mi ci sto impegnando, con piacere e serietà.”

Spronato anche “dal grande pregio dei Trofei, che non è facile incontrare. Ovvero quella decisa attenzione da parte dell’organizzatore per tutti gli aspetti della sicurezza e il rispetto delle normative. Una qualità che facilita molto il nostro compito e aiuta a lavorare in serenità.” Aria buona in mezzo a tanti gas di scarico in “un ambiente che rispecchia alla perfezione la persona di Sandro Malossi, capace di coinvolgerti con passione, di farti sentire nel posto giusto. A casa.”

Una questione fondamentale per Mattia e quella sua attrazione, innata, per le personalità carismatiche. “Penso ad una delle letture che hanno segnato il mio cammino, la biografia che mi ha portato a scoprire una delle figure più significative del’900. Quella di un personaggio quale Martin Luther King.” E, di nuovo, a pensare alla vita e alle strade che non sono mai, solo, diritte. Allo spirito di sopravvivere che si mescola alla voglia di migliorare il mondo intorno. “Per cambiare le cose”, ognuno come può, come recita un verso della meravigliosa Pride, la canzone che gli U2 dedicheranno al pastore di Atlanta e alla sua esistenza fatta di cambi di direzione e, soprattutto, di incroci.

Emanuela Macrì