Luca Salvadori, i Trofei Malossi dall’inizio alla fine

 

di Emanuela Macrì

Di griglie di partenza e bandiere a scacchi Luca Salvadori ne aveva già una vera collezione. Dai kart alle National Trophy 1000, in carriera non si è fatto mancare nulla. O quasi. Perché “le gare sugli scooter, quelle da vivere in mischia con tanti piloti in pochi metri a darsi battaglia no – racconta il pilota e content creator - non le avevo ancora affrontate.” E per recuperare eccolo in questo 2021 schierato e impegnato in più di una categoria dei Trofei Malossi stagione numero 34.

Senza farsi mancare nulla, nemmeno qui. Dalle gare nel Trofeo Nazionale Scooter Velocità, catturato dal fascino dei 2tempi “e dal gusto di gare affollate e dominate da sorpassi, controsorpassi e tanta adrenalina” alla T-Max Cup “con il mezzo che forse più mi ha messo in difficoltà, anche perché ancora all’inizio di una stagione e privo di sviluppi e crescita, ma che ha destato molto interesse tra i miei follower creando un dibattito in cui ad avere la meglio, alla fine, è stata la curiosità.” E quel milione di visualizzazioni YouTube, registrate durante la stagione, conferma proprio questo. 


Curiosità che, tra l’altro, è anche la sua. “Non nascondo quanto mi piacerebbe tornare a riprovarlo quel 560cc ora, dopo i tanti miglioramenti portati dallo studio e prova su pista dei componenti Malossi” e crescita, quella di cui è stato testimone. “La Malossi Racing Academy è un progetto che ho visto nascere e prendere corpo sotto i miei occhi, il cui maggior pregio è stato mantenere il suo proposito primo, ovvero quello di essere un’esperienza umana prima ancora che agonistica.” Senza sacrificare questo aspetto.

Un’esperienza che Luca ha vissuto sulla pelle, anche della tuta. Dalla proposta ai cordoli, fino al podio. “Dalla pioggia di Modena, la prima gara di stagione dove a rendermi alla vita facile c’erano gli anni in sella e la pioggia, il mio elemento di vantaggio, fino al tracciato di Vallelunga, dove riesco a spuntarla nella prima finale mentre nella seconda devo fare i conti con un errore risultatomi poi fatale per la classifica di giornata. Con la chiusura perfetta di una stagione in cui l’allievo, leggi Michele Beretta, alla fine ha superato, e con merito, il maestro.”

Dalla prima gara, dunque, di gestione “alle prese con un mezzo nuovo, la Vespa, e un nuovo modo di guidare, molto esposto con il corpo e il cervello sempre all’erta: fino a che punto posso piegare senza danneggiare lo scarico o il carter?” al full gas di fine stagione, dove la preoccupazione è quella di guardarsi da quei ragazzi diventati, nel frattempo, piloti. Toccando con mano tutto il lavoro fatto in Academy attraverso i risultati, anche su pista. Un’avventura seguita dall’inizio, quando la annunciava nelle sue storie IG, fino all’ultima bandiera a scacchi della sua prima edizione.


E da aggiungere, ora, alla personale collezione di esperienze, insieme alla stagione da special guest nei Trofei Malossi. Di quelle che devi avere un po’ di coraggio per buttartici, perché se si tratta pur sempre di due ruote è anche vero che è un' altro mondo “e io non ero abituato alle situazioni dove la strategia può arrivare ad essere quasi più importante della prestazione pura. Dove devi programmare bene tutte le azioni, tutta la tua gara ma nel suo farsi.” Dove, soprattutto, ha imparato “a pensare di più e questa è la lezione che porterò in pista anche nelle altre competizioni.” Di quelle che vivi dall’inizio alla fine. E che non è finisce qui…