Ventiquattr’anni fanno di lui il pilota meno giovane dei partecipanti alla Malossi Racing Academy edizione 2022. Lui si definisce il nonno del gruppo ma lo dice ridendo, da buon toscano e qualche motivo, di fatto ce l’ha. Tralasciando l’anagrafe, che poco racconta da sola, è la sua esperienza in fatto di scooter a fare un po’ la differenza. Una storia di fango e cross, scootercross nello specifico. Una disciplina storica dei Trofei Malossi che Jacopo Volpi, con un gruppo di amici, sta cercando di riportare agli onori delle cronache.
Per l’asfalto della pista, invece ha atteso di partecipare al primo weekend di gara della Academy. Per assaggiare cordoli e competizione, pieghe e tante novità. “Sulla Vespa in autodromo è – racconta il pilota di Lari, Pisa - tutto diverso. E uno degli ostacoli che dovrò superare è proprio quello di trovare la giusta concentrazione, trovare il modo di spegnere la modalità cross per avviare quella da circuito.”
Tutto nuovo “soprattutto quando in curva ti sembra quasi di volare in una sensazione che mette insieme leggi della fisica con la ricerca di un equilibrio, quando senti la ruota che va e tu con lei. Come alla prima curva di una gara, quando si arriva tutti in gruppo e le carte si mescolano. Roba da pelle d’oca.” Senza esagerare, però. “I sorpassi, soprattutto quelli azzardati, esaltano parecchio eh! Ma partecipare alla Malossi Racing Academy ha fatto emergere una caratteristica di me pilota che non conoscevo: l’altruismo prudente.”
Un mix interessante “che mi fa togliere quel filo di gas quando mi accorgo che una situazione di gara potrebbe rivelarsi pericolosa.” Meglio una posizione di classifica meno avanzata ma arrivare tutti, e interi, sotto la bandiera a scacchi. “E poi gioca moltissimo il legame che via via sta crescendo con il gruppo, che trasforma la competizione in un’esperienza quasi famigliare. La voglia di vincere rimane ma partecipa anche il gusto di farlo insieme.”
Partecipare in tutto. “Un aspetto che mi piace è la ricerca della soluzione di un problema. Quando rientri al box, segnali una difficoltà incontrata in pista e insieme ai coach e meccanici si cerca un modo per risolvere. È un gioco di squadra e una sfida personale. Quella che mi ha portato fino qui.” Qui nell’universo degli scooter.
“Un mondo che mi appassiona perché si può partire dalla stessa dotazione, dagli stessi pezzi ma il risultato per ogni mezzo, alla fine, sarà diverso. È il preparatore a fare la differenza, a dover cercare il modo di far lavorare al massimo quel componente. È questa la sfida di cui parlo. Quella che mi sta facendo sognare di aprire un’officina per sole moto.” Ma niente sorpassi azzardati (soprattutto – chiude ridendo Jacopo - se ti vedono i coach!). Nella mischia sì, ma con saggezza.