di Emanuela Macrì
“Fosse il testo di un post social scriverei: come quando non sai cosa fare ma non hai tempo di pensare e allora decidi di farlo, punto.” Chiaro no? Gianfranco Rivieccio riassume la sua avventura così ma, per amor del vero, lo dobbiam dire: messa così proprio chiara non è. E allora, per spiegare quanto accaduto, ripercorriamo i fatti.
Trofei Malossi. Magione, Autodromo dell’Umbria. Domenica pomeriggio, sole e temperature simil estive. Siamo nel momento cruciale della giornata perché mancano pochi minuti al via della seconda finale della categoria ScooterMatic. In griglia meccanici e supporter affiancano i propri piloti scambiando le ultime parole prima del gas, tra interviste in diretta, selfie e rassicurazioni. Poco più in là, in pit lane, qualcuno si inginocchia a lato dello scooter numero 69.
Non si tratta, però, di un rito quanto di un rischio. “Quello che mi sono preso – racconta Gianfranco – decidendo a pochi minuti dalla partenza su due piedi e con zero tempo di intervenire per una modifica alla trasmissione.” E pensare che il tempo dopo la prima manche non è mancato. “Sì, ma con Antonio Paduano abbiamo lavorato fin da subito sull’ascolto del mezzo. Da ex pilota so quanto sia importante dare indicazioni precise al meccanico per permettergli di intervenire e ottenere le prestazioni desiderate, lavorando in costante miglioramento dal primo giro delle prove libere.”
Fino al momento dell’ingresso in pista per la gara. “Come a Magione quando Antonio mi segnala qualcosa che non lo convince nella trasmissione.” Ma ormai siamo quasi in griglia di partenza e non c’è, più, tempo. “Nemmeno quello per pensare a quale sia la mossa giusta da fare. L’orologio mi dice che se decido di intervenire lo devo fare e basta. E così, agisco. Con una taratura diversa sulla trasmissione che darà il risultato sperato: il gps e i tempi sul giro racconteranno un netto miglioramento rispetto alla prima manche dove, va detto, avevamo lavorato all’ultimo sulla ciclistica.”
Il terrore che corre sul filo dei secondi, dunque, per il Team Rivieccio. Anche se il vero tocco thriller, in tutti i sensi, è un altro. “Quando il motore di uno scooter gira la sua trasmissione tocca una temperatura di 200° (ma può arrivare anche a 300). Ed io sono lì, senza guanti, a trafficarci.” Per una grigliata di mani in pre-griglia, verrebbe da dire. Ma anche questo contribuisce a far gara e competizione. A scaldare gli animi.