Giulio Bagnasco, un’Academy tutta esercizio e continuità

 

di Emanuela Macrì

Impegno e costanza. Questo lo starter kit di Giulio Bagnasco. “Ma non dimentichiamo – sottolinea - che parto da fan” Ah, giusto. Perché il ventunenne arriva dall’isola di Capri alla Malossi Racing Academy con un attivo di dirette streaming da spettatore da primato: “Dalla SprintMatic alla prima edizione dell’Academy, di gare sulla Vespa non me ne sono persa una. Impazzivo per il pilota giapponese Kishida Toshimasa, per il suo stile di guida.”

E ora eccolo qui, in sella alla stessa Vespa. Arrivato all’Autodromo dell’Umbria per il primo appuntamento stagionale “in quella Academy che, da qualcosa di lontano e astratto, da post Instagram diventa da subito una realtà da vivere, un posto da abitare.” Una casa per un sogno realizzato “e mi poteva bastare già anche solo il fatto di poter partecipare.”

Ma Giulio non è uno che si accontenta. Semmai, uno che ce la mette tutta. “Conosco la necessità di un allenamento continuo. Ho dedicato una decina d’anni alla danza, tra moderna e hip hop, tra serate, trasferte ed esibizioni, imparando regolarità e dedizione che ora sono le compagne essenziali in questa storia.” D’amore, è il caso di dirlo.

Una storia iniziata con una pit bike provata in pista. Un colpo di fulmine per le due ruote che mi ha fatto dimenticare tutto il resto.” E poi la Vespa, e quell’amore “forse perché monta le stesse ruote da 12 pollici della pit. O perché la vedo con un mezzo adatto a molti stili di guida e ancora prima di provarla sapevo che sarebbe stata all’altezza delle aspettative.” O forse perché all’amore non servono spiegazioni ma solo fiducia.

Quella che Giulio sta conquistando, manche dopo manche. “Magione, per me, è stato un banco di prova, per mettere insieme esperienza e istruzioni, per conoscere il mezzo e fare il pieno di consigli e suggerimenti dei coach che nel secondo fine settimana si sono rivelate fondamentali.” Per una domenica, al Tazio Nuvolari di Cervesina, dove il banco lo ha fatto, letteralmente, saltare.

Esultando non solo per l’incetta di premi - non ha lasciato manco le briciole, vincendo tutte le tre manche e aggiudicandosi pure il giro veloce - ma “soprattutto, per aver gestito con tranquillità e lucidità quella trance agonistica che trasforma la griglia di partenza in un mondo a sé stante. Riuscendo, poi, a non perdere la concentrazione dopo la prima bandiera a scacchi, ma uscendo dalla pista già mentalmente pronto per la seconda gara e così per la terza.” Mentre trovava la concentrazione giusta nel confronto con compagni e coach. 

Ripensando all’allenamento quotidiano, su due ruote ma anche in piscina e in palestra. Se gli anni della danza gli hanno regalato quella giusta dose di elasticità fisica che sullo scooter si può rivelare un’arma in più, Giulio sa benissimo che solo la pratica costante può portare quei miglioramenti già sotto gli occhi di tutti. “Ora sto preparando l’esercizio del percorso a forma di 8. Perché le prove nel paddock della Malossi Racing Academy sono una manche che si aggiunge. E devo essere pronto.” Con lavoro, gas e “rivedendo le gare in streaming per studiare tracciati e tempi. Ma questo è un segreto.” Ah sì? Beh, forse, ora non lo è più. Ops…