Gino Saraceno e i Trofei Malossi quale rito, di famiglia

 

di Emanuela Macrì

Una foto in griglia di partenza e due pacche sulla spalla accompagnate da “Occhio papi, mi raccomando”. Un rito che si accompagna ad un’abitudine, ormai consolidata di lavorare a quattro mani durante tutti i weekend di gara, gomito a gomito in un box divenuto il loro angolo privato. Quello di Gino Saraceno, pilota di lungo corso dei Trofei Malossi e Diego, suo figlio maggiore. 

Ad accompagnarli nelle avventure a due ruote, da sempre, anche Matteo (nato lo stesso giorno di Diego ma tre anni dopo) e Pamela che da 25 anni segue Gino ovunque e dall’inizio, prima con il suo Zip stradale oggi con il camper. “Fin dai primissimi passi su due ruote quando in un parcheggio in periferia, dopo aver posizionato due bottiglie d’acqua sul terreno a segnare il percorso, mi allenavo a fare gli 8 con lo scooter.” 

Lei che lo seguiva con lo sguardo in pista e per le strade di Augusta, in provincia di Siracusa, dove ancora oggi vivono e lavorano, in quello “che dai 20 metri quadrati del piccolo garage della casa dei miei genitori sarebbe divenuta prima un’officina nella zona centrale del paese per poi crescere e annettere un negozio gestito da Pamela mentre io continuo ad occuparmi, insieme ai dipendenti, della parte meccanica.” 

Una crescita costante, tanto dal punto di vista aziendale quanto motoristico, che porterà Gino a provare le piste siciliane iniziando dalla formula “scooter caricato in auto e via!” fino alla sua prima iscrizione, nel 1999, ai Trofei Malossi, quando aveva colto l’occasione di acquistare un mezzo in vendita da un amico. E così per qualche anno fino “alla brutta sorpresa di un mattino quando scopro che dal garage è stato rubato il mezzo. E mi son fatto prendere dalla rabbia e dallo sconforto: con le gare avevo chiuso.” 

E poi ci sono la famiglia e l’azienda che impegnano tempo ed energie. E poi, però, c’è anche una nuova occasione che arriva, qualche anno più tardi, quando “preparo uno scooter per la pista per un ragazzo che poco prima di salirci ha preferito dedicarsi ad altro lasciando, di fatto, una sella libera. Che stava lì in un angolo e mi guardavainvitandomi a tornare tra i cordoli.” Un segno? “Sì, anche quello che per rimettermi in pista dovevo prima rimettermi in forma.” 

Detto, fatto, inizia così una nuova storia fatta di paddock e box che ora, piano piano, vedono anche la presenza di Diego che ai Trofei Malossi, con papà Gino, ci cresce. Letteralmente. “Fino a diventare una presenza imprescindibile. Senza la sua collaborazione, mi sentirei persoPerché quello è il nostro spazio.” Dove si parla la stessa lingua e si condivide una passione cresciuta in modo del tutto naturale. Senza mai nessuna forzatura. “Una passione che ci porta, da qualche tempo, ad allenarci insieme, io con lo scooter e lui con la pit bike.”

Una situazione in crescita, come da tradizione. Nel lavoro, in famiglia e in pista. Perché quest’anno, dopo il Girone Sicilia, a cui si era aggiunto lo scorso anno anche il Girone Sud, per Gino ci sarà qualche puntata anche al Nord “per seguire Diego che parteciperà alla Malossi Racing Academy.” Un desiderio che attendeva solo di raggiungere l’età minima per l’iscrizione, per diventare realtà. Mentre noi rimaniamo in attesa di sapere cosa si diranno nei minuti che precedono il via alla gara, sull’asfalto dell’Autodromo di Modena, primo appuntamento che li vedrà in griglia insieme. Ma, per la prima volta, a parti invertite.