Un tempo fatto ore lavorate, investite a imparare e sperimentare gomito a gomito con Ugo e Andrea Malossi, senza badare all’orologio né ai calendari. Fatto di venerdì che anziché chiudere una settimana lavorativa aprono i week end di gare di quei Trofei che non solo Fabio ha visto nascere ma che ha contribuito a far crescere. “Partecipando – sorride ricordando – nei primissimi anni ’90 anche al debutto degli scooter. Eravamo al Motor Show di Bologna, 12 coppie di piloti a confrontarsi presso l’area 48. Io, che mi presentavo nell’insolita doppia veste di preparatore e pilota, facevo coppia con Piero Bolognesi ed avevo curato personalmente la preparazione dei mezzi. La seconda piazza conquistata, però, rivelerà che non avevo scelto il migliore.”
Un episodio che sotto la sua patina vintage racconta di un pregio senza tempo, quell’onesta equidistanza che Fabio non lascia mai parcheggiata fuori dal box. Una qualità oggi riconosciuta anche se a volte è capitato che non fosse opinione universalmente condivisa. “Un punto fermo anche nel rapporto con mio figlio Federico: se deciderà di intraprendere la via delle corse, sa che non sarò io a seguirlo. Avvantaggiarlo sarebbe il peggior regalo possibile perché gli impedirei di imparare e migliorare. Gli sconti non aiutano mai.” Come in gara. “Sono lì per tutti, nella disposizione di fornire un servizio, fatto anche di consigli e suggerimenti, che metta ogni pilota nella stessa condizione. Anche perché questa è l’unica via affinché la pista possa darci le risposte di cui abbiamo bisogno: non dimentichiamo che i circuiti sono per noi un indispensabile banco di prova, l’occasione per testare prodotti, materiali e intuizioni.”
In situazioni che chiamano in causa tutta la squadra tecnica. Vedi Vallelunga, un circuito che “con il suo rettilineo, le velocità importanti richieste e raggiunte dai mezzi porta i motori ad uno stato di stress tale che, arrivare a sera e vedere che tutto ha funzionato non può che dare una grande soddisfazione.”Test a cui le mani di Fabio hanno dato forma, anche, di parole. Perché proprio lui “forse uno dei pochi rimasti che ogni settimana ha un appuntamento fisso in edicola” per qualche anno e prima che gli impegni diventassero tali da doverci rinunciare, è stato autore “scrivendo articoli tecnici su riviste di settore che ancora oggi costituiscono il mio parco letture.”
Trofei Malossi e azienda quali motori, a due e quattro tempi, di possibilità e incontri. Tra i tanti rapporti nati sotto lo stemma del leone Fabio parla del legame con Jorg Muller “un ingegnere tedesco cha ha collaborato con noi per qualche anno. Un professionista che aveva raggiunto livelli molto alti nell’ambito delle corse e dei motori, conosciuto per la sua riservatezza in tema di strategie e tecniche. Una persona che con me, invece, ha messo da parte ogni ritrosia per diventare una presenza fondamentale nel mio percorso di crescita in un rapporto che ancora oggi, nonostante il suo stato di salute non ottimale, continua.”
Trofei Malossi e azienda qualiCentro di gravità permanente, per dirla alla Battiato. Anche se a ritmare i fine settimana a bordo pista di Fabio Canetoli sono le note dei Queen, il suo gruppo preferito (e anche di patron Sandro, si vocifera!). Ecco che allora, tra cilindri, consigli e supervisioni, non sarà difficile imbattersi in una qualche schitarrata d’autore. Don’t stop me now
Emanuela Macrì