di Emanuela Macrì
Quanto rumore fa la solidarietà? Per rispondere basterebbe spendere qualche passo nel paddock, con l’orecchio ben teso, per catturare rumori e parole capaci di raccontare storie che vanno ben oltre il suono di un motore che si scalda o le voci di un team al lavoro sul filo dei minuti che dividono una manche dall’altra.
Daniele Rossi l’ha capito da subito, appena arrivato. Nemmeno il tempo di scaldare le gomme sul circuito di Airola nel primo turno di prove libere della sua prima volta ai Trofei Malossi che davanti a sé vede la sagoma di Gennaro Adinolfi, lì per provare il suo Typhoon. E allora gas aperto e dietro. Daniele non resiste e prova a mettersi a ruota del pilota cavese appurando che sì, qualcosa in effetti manca.
Quel qualcosa che arriverà grazie all’amicizia di lunga data tra Gennaro e Armando Di Pasquale, titolare del suo team, mescolata a quell’atmosfera che porta a condividere pasti e allegria tra team e box allargati per l’occasione. “Mi sono messo subito a disposizione - racconta un Adinolfi nei panni, non nuovi per lui, di coach - per affrontare i turni di prove libere insieme. Se c’è un’opportunità per rendermi utile la colgo al volo. Perché non ho nulla da nascondere ma tutto da condividere: in questo paddock è così ed è il suo pregio. Non potrei mai rifiutare un favore, un aiuto, un consiglio. Sarei estraneo a questo posto e non me stesso.”
Non quel pilota generoso che con “il suo aiuto gara dopo gara – aggiunge Rossi – è stato determinante. Soprattutto sulla pista di Modena, nel weekend che di fatto mi varrà il titolo Regioni Nord, i suoi consigli su come interpretare alcune linee sono stati illuminanti”. Importanti come “i legami stretti con Federico Rucci e Giuseppe Sorrentino e i tanti suggerimenti di Gennaro Scelzo. Il mio obiettivo sarebbe di arrivare là, dove è arrivato lui!” A Vallelunga, a quel titolo mondiale arrivato dopo tante prove non sempre semplici da digerire.
La stessa Vallelunga che nella memoria di Pasquale Vigna rischiava di rimanere un amaro ricordo, a causa di quel motore che dopo sole cinque curve affrontate nella prima manche di gara lo abbandonava imponendo una fine anticipata al suo World Malossi Day. Poteva ma non è stato. Perché, se di fatto tuta e casco rimarranno tristemente abbandonati per inutilizzo sul sedile del furgone, a lenire la delusione sarà una sorpresa. “Quella delle tante persone che spontaneamente si sono offerte di darmi una mano. Anzi, un motore.”
Tra questi Giuseppe Sorrentino, il suo rivale nel Regioni Sud, che a Vallelunga, racconta “nonostante l’impossibilità di partecipare perché convalescente da un infortunio, avevo con me un motore, perché in caso di necessità potesse essere d’aiuto a qualcuno. Quando Pasquale è rientrato al box gli ho subito proposto la sostituzione: quella stessa situazione, che avrebbe compromesso la mia stagione e un titolo che potevo giocarmi, l’avevo vissuta a Sarno qualche mese prima. Capivo perfettamente come si sentisse.”
E poi Adriano Cerruto che conosce appena e incontra “per caso – ricorda il pilota di Modica – fuori dal box. Non avendolo visto terminare la gara e gli ho chiesto cosa fosse successo. E subito mi sono offerto di prestargli uno dei motori in più che avevo con me.” Un istinto. “Una proposta naturale, spontanea. Se una persona è in difficoltà non bado a null’altro che dare quanto nelle mie possibilità. Un giorno potrebbe toccare a me e credo di poter pensare, di contare su molte mani tese all’interno di questo paddock. Qui va così.”
Fosse anche solo per una parola di incoraggiamento, insieme alle mani che lavorano. Come quelle di Roberto Palomba che, seppur indaffarato nei giorni del Taruffi con la preparazione del motore di Gennaro Scelzo trova il tempo di aiutare Pasquale, che a Vallelunga non può contare sul supporto del suo meccanico, nella messa di quel motore che poi, purtroppo, lo tradirà. Ma, anche “con un po’ di quell’ottimismo che fa di me una sorta di trainer positivo– racconta mentre sorride – del team e non solo.
Quando vedo qualcuno in difficoltà, corro in soccorso con le parole, con un moto che viene dall’anima.” E con l’ennesima offerta di un motore in prestito che Pasquale rifiuterà. “Per timore di ulteriori danni! Ma, soprattutto, per via di tutta quella sincera umanità che, in una stagione già ricca di soddisfazioni personali sigillate dal titolo Regioni conquistato, ha silenziato ogni delusione.” Perché il rumore della solidarietà, ai Trofei Malossi, supera di qualche bel decibel tutti gli altri. Per una prova, basta spendere qualche passo nel paddock.