di Emanuela Macrì
Un regalo speciale per i suoi 30 anni. Dario Paratore aveva deciso da tempo di tornare ai Trofei Malossi. Stava solo cercando l’ingresso migliore. Quello che troverà proprio dove non se l’aspettava: nel box della Malossi Racing Academy. Lui che aveva partecipato al Trofeo ScooterMatic Replica “aspetta che controllo sulla bacheca che qualche coppa l’ho pure portata a casa…” dal 2012 al 2016.
Poi anni senza una sella e quindi, da qualche tempo, il pensiero di rimetter tuta, casco e guanti. Sì ma come? “Rimettendomi in pista, in ogni senso. Pronto ad affrontare tutto quello che sarebbe arrivato.” E come è andata? “Beh, all’inizio un vero trauma! Tutto ciò che mi portavo dietro era, non dico da cancellare ma, di certo, da rivedere. Avevo un’idea di guida che con il Dragster ho dovuto riformulare e una posizione in sella che subito andava corretta.”
Una storia nuova per Dario che deve reinventarsi pilota. “Eppure sono arrivato senza aspettativa alcuna di vittoria ma, semmai, di riprendere in mano un percorso. Capendo, però da subito, che avrei dovuto cambiare la mentalità, oltre alla guida.” Che ci sarebbe stato da lavorare e impegnarsi su più fronti. “Con i miei tempi, sì, ma è quello che di fatto è accaduto.”
Quando? E come? “Durante il terzo fine settimana stagionale, a Magione, è scattato qualcosa. Quel clic mentale che non mi aspettavo. Ho affrontato la pista spingendo un po’ di più sul gas, scaldando meglio la gomma nel giro di ricognizione ed entrando, pur senza esserne pienamente consapevole, in un nuovo mood. Pensandoci a posteriori credo di aver trattenuto, fino a quel momento, quel fuoco conosciuto in pista perché sentivo di dovergli dare una forma diversa.” Che, senza dubbio, pare aver trovato.
Le due finali di Cervesina, il quarto appuntamento stagionale, parlano chiaro. Con quella partenza decisa che subito gli fa recuperare due posizioni rispetto all’ordine di partenza per una quinta piazza che poi difende fin sotto bandiera, e con i denti, dagli attacchi di Debellis e Allegretti che non riusciranno nel loro intento.
Ma è il pre gara1, in realtà, a raccontare ancora meglio. Dario è nel box, seduto accanto al suo Dragster Italjet numero 8 mentre mancano 5 minuti all’ingresso in pista per la prima delle due finali in programma. È talmente concentrato da non accorgersi che i coach lo stanno osservando perché così non lo hanno mai visto.
E nemmeno quel Paratore di gara1 avevano mai visto, con quella parte che “l’Academy, e nello specifico il lavoro di Rebecca Bianchi e Luigi Pannone su di me, hanno risvegliato. L’agonismo perso negli anni e quell’approccio lasciato per strada ma che ho ripescato, ora. Qui. Insieme al ritmo gara e ogni rito che ad essa si associa.” Anche grazie al clima di un gruppo “dove ho trovato solidarietà quando immaginavo frizioni e ruvidità.”
E dove mai avrebbe pensato di trovare un amico, Damiano Villa, con cui condividere risate e un percorso tanto intenso e impegnativo. Perché, insomma, in Malossi Racing Academy magari ci arrivi per tornare in pista ma poi finisce che oltre alla pitlane ti si apre, davvero, un mondo. E questo è davvero il regalo migliore che si possa ricevere.