di Emanuela Macrì
Clic. Un’ immagine catturata, una tra le tante che animano la vita di un fotografo e videomaker professionista come Cristian Salmistraro. Una che però diventa la: la fotografia, l’attimo fermato, lo scatto capace di confermarti “quanto bella e folle sia quella situazione”. Con quel gruppo di Zip 70cc appaiati sul rettilineo e il tentativo di uno di avere la meglio con un sorpasso spregiudicato, sfrontato, esaltante.
Il luogo del misfatto è il Circuito Tazio Nuvolari di Cervesina dove Cristian viene invitato per qualche scatto da un amico che partecipa alla seconda gara Nord dei Trofei Malossi. E dove “senza saperlo, do inizio alla mia avventura ai Trofei aprendo la porta dei box della SprintMatic.” Aprendo, di fatto, un nuovo capitolo della sua vita. “Perché tra le Vespe in attesa dell’ingresso in pista faccio la conoscenza di Luigi SuperPann Pannone e di Andrea Minischetti” volti allora sconosciuti che nel giro di pochi fine settimana non saranno più tali.
Dopo aver salito qualche gradino, infatti, per guadagnare gli uffici e conoscere di persona Sandro, Riccardo e Chiara Malossi un arrivederci sembra l’unico saluto possibile di quel paddock. A Magione, poi, arriva “l’invito, per l’appuntamento di luglio a Varano de’ Melegari, a prendere parte alle prove libere in sella a una Vespa, una R125 e anche un Aerox. Declinando l’offerta di salire su uno Zip e a ragione: l’imbarazzo di un decollo avrebbe rovinato il gusto di una situazione che avevo sognato per anni e che, una volta vissuta, mi conferma di essere già parte del mondo dei Trofei Malossi, quella situazione che mi aveva colpito fin dall’inizio”.
Così l’offerta di entrare a far parte dello staff e dell’ufficio stampa dei Trofei per narrare la stagione con parole, cronache e immagini, non tarda ad arrivare. Una proposta che nei giorni bui e tempestosi del lockdown di primavera, nelle mani di Cristian diventa la controproposta di dare alla ScooterMatic Junior una nuova forma attraverso una visione che piace da subito, anche perché vicina all’idea accarezzata da Riccardo in passato, riposta in un cassetto ma mai dimenticata.
Si arriverà così, con un cambio di ruolo rispetto a quello previsto, a quell’avventura del reality di cui Cristian curerà ogni dettaglio, dall’inizio alla fine. E che poco prima della fine sarà l’innesco di un’altra idea bomba. “A Pomposa, l’assenza di box che ospitino le prove tecniche è l’invito a portare i concorrenti in pista e, per noi dell’organizzazione, l’occasione di verificare il loro livello di maturità su due ruote. La capacità, o meno, di gestire gomme, motore, tempi, testa e meccanismi di gara.”
Per un risultato tanto sorprendente da far ripensare e riscrivere i programmi per la finale: i concorrenti, infatti, in occasione del World Malossi Day di Vallelunga verranno chiamati a schierarsi in griglia di partenza in sella alle Vespe in livrea Malossi in quella che, oltre a una vera e propria gara del Trofeo sarà – sebbene ancora non si dica – il primo passo verso il progetto 2021 che vedrà la categoria SprintMatic trasformarsi nella casa di una vera e propria Academy. La Malossi Racing Academy.
Una nuova porta pronta ad aprirsi che non può non riportarci con la mente a dove tutto è iniziato, a Cervesina. Alla porta di quel box che poteva essere soltanto un accesso, un passaggio tra tanti come quello scatto che, invece, sarà il prologo di una storia in corso. Fatta di attimi da fermare, di sorpassi esaltanti e rettilinei.
Anche il nickname che ho scelto, quell’iamnotnakano con cui firmo le storie che narro, passa per un rettilineo, in fondo.“E per la storia di un pilota uscito praticamente illeso da un incidente mentre percorreva il rettilineo del Mugello a una velocità superiore ai 300 km/h. Lui è Shinya Nakano, un talento forse incompreso dai più, ma per me divenuto un semi-dio dopo quell’episodio.”
Tanto da scegliere il modello replica del suo casco per accompagnare le mie prime avventure in moto, quelle che mi faranno conoscere al popolo social.” E scegliere di declinare l’invito a provare lo Zip a Varano forse proprio ricordando di non essere Nakano, preservando pelle e orgoglio per continuare a vivere, da protagonista, quell’avventura bella e folle che da 34 anni porta il nome di Trofei Malossi.