Claudio Armanini: tutti i numeri dei Trofei Malossi

Secondo un famoso chef italiano “Gli ingredienti di un piatto sono come cavalli: bisogna saperli domare”. Qui, però, dovremmo parlare di motori. Già. E, invece parliamo di cucina perché anche i Trofei Malossi ne vantano una, interna seppur priva, in senso stretto, di piani cottura, mestoli e pentoloni. Si capisce. A cuocere a fuoco vivo sui loro fornelli, infatti, ci sono numeri poi serviti su un letto di statistiche, tempi di qualifica a guarnire griglie di partenza, ordini di arrivo a farcire podi. 

E a dirigere o, meglio, domare cifre che rimandano a cavalli e categorie c’è lui, Claudio Armanini, il cronometrista. Una vita in backoffice, una presenza grigia quasi: rarissimo incontrarlo in giro per paddock e dintorni, eccettuata qualche apparizione al bar per godere di un caffè in una delle pause previste. Sempre rara, ma non da escludere, anche la sua presenza in pit lane “quando si presenta qualche disguido tecnico o nel caso in cui un pilota dimentichi il transponder. Non di frequente, ma accade.” Perché tutto può accadere e le cose, accadono.

 

Come quella volta quando in un fine settimana una chiamata per un servizio di assistenza ai tecnici federali, passata per uno scambio di vedute dai toni non propriamente amichevoli con gli stessi, ha fatto strada a una nuova, inattesa, occasione. “Finito il lavoro di supporto, entrando in segreteria, mi intrattenevo con due persone lamentando “qualche” pecca nel servizio tecnico fornito all’organizzazione: non sapevo che davanti a me c’erano Sandro e Riccardo Malossi e che proprio lì, da una situazione di tensione e un appuntamento non fissato, avrebbe avuto inizio la collaborazione con i Trofei, oggi alla sua settima stagione.”

Gli uffici sono quelli dell’autodromo di Modena che Claudio dichiara di conoscere fin nel minimo dettaglio degli arredamenti, quale frutto di una lunga frequentazione. Tanto da “poterla definire la mia pista di casa. Anche se, in fatto di province e chilometri, dovrebbe essere il Riccardo Paletti di Varano de Melegari, in provincia di Parma.” La sua Parma, dal 2015 città creativa Unesco per la gastronomia e sede, dal 2002, dell’EFSA, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare. Giusto per rimanere in zona cucina.

Una zona privilegiata, peraltro, la sua. Non fosse altro per il panorama che offre. “Dalla mia postazione, posizionata sulla linea del traguardo, spesso si riesce a seguire l’intero tracciato del circuito. O, comunque, una sua buona parte.” Un po’ come le cucine dei ristoranti trendy, quelle con la vista sulla sala. “Con la differenza che qui al posto del forno ci sono un computer, il mio e una serie di dati che dopo aver tracciato e tradotto l’attività di un pilota durante la manifestazione, vengono trasmessi alla segreteria.”

Un buffet di numeri, bit e byte ma nessuna pietanza fumante a inondare l’ambiente di invitanti profumi. Perché in postazione, al massimo, arriva qualche zaffata di pneumatico fatto fumare a fine gara. A ripagare il palato, però e per fortuna, ci sono “quegli ultimi metri prima del traguardo capaci di regalare tanto spettacolo. Penso al Trofeo Nazionale Scooter Velocità, con tanti piloti di grande esperienza, un discreto pelo sullo stomaco e assi nella manica da tirar fuori proprio in quegli ultimi metri.” Scintille, in ogni senso.

“E penso al Trofeo Sprintmatic in cui non è difficile vedere anche 5 o 6 mezzi tutti insieme passare sotto la bandiera a scacchi nello stesso momento, per rilevare distacchi di millesimi di secondo. Arrivi bellissimi da vedere con bagarre che emozionano anche chi, come me, non ha mai assaggiato la pista. La mia presenza su quell’asfalto, infatti, si riconduce a motivi non agonistici: un aiuto a Pasquale e alla squadra della logistica per appendere un cartellone o, al massimo, un giro in auto, un passaggio strappato alla direzione di gara.” 

Meglio armeggiare con numeri e tempi e godersi lo spettacolo dall’alto. Senza rinunciare al piacere della tavola. “Le cene con gli amici rientrano nella categoria degli hobby praticati? Perché – ride Claudio, concludendo - io avrei quello da mettere nel menù delle passioni. Insieme al piacere di cucinare, replicando i piatti tipici che scopro durante viaggi. Dalle polpette di merluzzo assaporate in Portogallo ai paccheri ripieni fritti scoperti a Napoli.” Ingredienti da domare, si diceva, come cavalli. E numeri, bit e byte da imbrigliare, trasformare in classifiche e podi. 

Emanuela Macrì