di Emanuela Macrì
Se Angelo Bonfiglio fosse in cerca del simbolo perfetto per accompagnarlo nella stagione dei Trofei Malossi alle porte, il suggerimento sarebbe quello di una lettera S, maiuscola. Perché la sua Storia a due ruote sembra proprio aver preso quella piega. Una Storia iniziata una ventina d’anni fa – e in mezzo una breve pausa per seguire il figlio Kevin nelle competizioni con il kart - con un colpo di fulmine “quando dopo aver assistito ad una gara di scooter decidevo che il mio posto non sarebbe stato più tra il pubblico.”
S come Sicilia: il Girone di casa. Quello in cui compete da sempre, in cui ha vinto un titolo nel Trofeo Regioni mentre oggi è impegnato nel Trofeo ScooterMatic. Il Girone dei circuiti di Racalmuto e Favara “che preferisco, perché più guidata, più adatta alle mie caratteristiche di guida: è sulla percorrenza in curva che riesco a dare molto, arrivo molto veloce ed è quello il momento in cui posso fare la differenza.” E Triscina? “È una pista che non conosco. Lo scorso anno non ho avuto nemmeno il tempo di terminare le prove libere del sabato che già avevo rotto e caricato il mezzo sul furgone per prendere la via di casa.”
Già perché c’è un’altra S, determinante nel 2023 di Angelo: la Sfortuna. “Quella non mi ha abbandonato per tutta la stagione. Dalla prima a Triscina, appunto, fino alla finale a Varano de’ Melegari. Una costante che avrei preferito non portare con me, in un anno in cui tutto il resto funzionava. A partire dallo scooter preparato da Claudio Monaco. Una collaborazione che supera la difficoltà della distanza geografica e punta tutto sulla grande intesa: il mezzo che ogni volta mi mette a disposizione è perfetto. Io chiamo e il motore risponde. Sarebbe stato l’anno buono…”
Certo che qualche bella soddisfazione se l’è tolta, come quelle partenze a bomba ogni volta, ad esempio. “Che nemmeno io ho capito proprio come ci riesco. Credo stia tutto nell’intuire il momento esatto in cui dare gas al via della gara. Per stare davanti da subito, arrivare alla prima curva con il gruppo di testa e tenere testa. Peccato poi per la sorte che sembrava aver scritto un copione solo per me, fatto di abbandoni obbligati e sofferenza. Ma ho fatto la raccolta di crediti nei suoi confronti e nel 2024 vorrei, no… voglio, rifarmi alla grande.”
Per fortuna che il pilota di Aci Sant’Antonio, Catania, non ha mai perso la terza S, la Serenità. L’ha portata in pista e nei box, nonostante tutto. “Una grande risorsa. Posso dire che sia stato il fattore determinante della stagione scorsa.” E nella prossima? “Un’altra S, il Girone Sud!” Con Claudio che sta lavorando sul mezzo “mentre io soffro, a distanza. Ma ora è il momento della preparazione, io mi allenerò una settimana prima della prima gara in programma.”
Una serenità d’animo che Angelo Bonfiglio ha sempre avuto. “Il numero di gara che avevo scelto era il 9. Poi, però, al momento dell’iscrizione della prima gara della vita a Kinisia mi dicono che il 9 è impegnato ma l’8 è libero. Nessun problema e decido di correre con quello che, visto il buon risultato ottenuto, rimarrà con me. Anche se sarebbe più giusto dire che è stato lui a rimanere con me, a scegliere me.” E per fortuna.
Perché secondo la numerologia rappresenta l’equilibrio cosmico, mentre in matematica è indicato quale numero potente. Nulla si sa, invece, dell’associazione del numero 8 con la lettera S: ma il tempo per scoprirlo non è poi tanto lontano. Giusto quello che da qui ci divide allo spegnimento del primo semaforo stagionale, a Favara in occasione della gara di apertura della 37ma stagione dei Trofei Malossi.