Vincenzo Sciacca, il Team Pintax No Limits e tutte le parole che fanno squadra

 

 

di Emanuela Macrì

Una prima stagione di gare insieme, quella del 2023. Di studio reciproco, costruzione di una squadra e, insieme, di un codice linguistico comune. Di un filo fatto di intese e parole che unisce Vincenzo Sciacca, pilota marsalese, al team palermitano Pintax No Limits. Presenze storiche nei paddock dei Trofei Malossi, oggi a fare squadra e qui, a poche settimane dall’inizio della loro seconda avventura, a fare il punto della situazione.

Baldo Pintacoda, già pilota e ora anima del team, individua nella forza mentale il tratto maggiore di Vincenzo, quello capace di fare la differenza. “L’attenzione in ogni centimetro di pista, in ogni frazione di secondo che sia di gara, qualifica o prova libera. È un programmatore. Raccoglie tutti i dati a disposizione e li elabora nel più breve tempo possibile: ha un’incredibile capacità lettura di gara.” Testa e motore, verrebbe da dire.

Nei primi giri studio gli avversari – conferma il marsalese – cerco di capire le condizioni del motore, mio e loro, cosa fanno e come si muovono i miei avversari. Quali sono i punti della pista che mi permettono di passarli e dove no, ma anche quali sono quelli che possono permettere a loro di avere la meglio su di me. E come impedirlo. Poi dalla metà della gara inizio la mia, di gara.”

Anche se “dipende molto, tutto, dal circuito. Ognuno è una storia a sé e tra di loro ci sono differenze enormi. In una pista come Triscina, ad esempio, so che devo cercare di mettermi davanti a tutti da subito per poi tenere la posizione. A Magione, invece, tutto cambia. Lì devo cercare di capire subito come sono messi i miei diretti rivali a motore.” Magione, Autodromo dell’Umbria, stagione 2023. Già. Vi ricorda qualcosa?

Recap per chi non era presente: giornata di pioggia interrottasi giusto poco prima della partenza della seconda finale della giornata. Vincenzo in gara 1 ha chiuso in seconda posizione mentre in griglia è quinto. Ma le condizioni dell’asfalto, nel lasso di tempo che divide le due finali, sono cambiate soprattutto per effetto del vento che si è alzato. Seconda partenza, prima curva e quattro piloti, quasi tutto il gruppo di testa, in scivolata guadagna la ghiaia del bordo pista prima di ripartire. Tra questi c’è anche Sciacca che però non solo si rialza e mette in pista ma va pure a vincere. Manche e titolo di giornata.

Perché quando cado cerco di non lasciare lo scooter e, se possibile e di non farlo spegnere. In quell’occasione è andata così. Quindi rialzarsi per riprendere la testa e il ritmo è stato un tutt’uno. Nel giro di ricognizione avevo studiato bene le condizioni della pista, sapevo esattamente quali erano i tratti asciutti e quali quelli bagnati. La vittoria sta tutta in quella attenzione al particolare.”

Quella che gli è valsa pure un soprannome. “In pochi giri si è mangiato svantaggio e avversari – racconta Baldo – e quando, dopo la vittoria è rientrato al box la prima parola, la prima immagine è stata quella di uno squalo.” Un predatore e il suo branco, un team che conta sulle mani di Francesco Pintacoda per le cure del motore “e una ricerca di perfetta messa a punto - racconta il preparatore – continua. Abbiamo lavorato tanto sulla carburazione, sulla trazione adatta alle esigenze e alle richieste di Vincenzo. Per arrivare ad avere una trasmissione in uscita di curva come la chiede lui.”

Per trovare un’intesa fatta anche di parole, a volte non dette. Quelle che a Michele Inzerillo, amico fraterno di Vincenzo e quarto uomo del gruppo, sue sospensioni e ciclistica, non servono. Gli basta uno sguardo oltre i cordoli per capire dove dovrà intervenire. “Da spiegare – dice sorridendo – è complicato. Ma conosco bene pilota, piste e necessità. Ho i punti di riferimento in ogni circuito, quei passaggi che tengo sotto controllo per capire al volo cosa funziona e cosa no.

Un team e tanti meccanismi. Una squadra che nel 2024 si vedrà impegnata sui tre tavoli dei tre Gironi Nord, Sud e Sicilia e fare i conti con i motori 70 e 94cc. Ma, anche, affinare quel codice linguistico di cui si diceva, giocando sulla figura retorica dell’assonanza, quella del cognome dei suoi piloti. A (Vincenzo) Sciacca, infatti, si aggiungerà (Enzo) Scianna. E tutte le (poche) parole che servono al buon intenditor.