Valentino Corsi. La Malossi Racing Academy, il primo passo

di Emanuela Macrì

Ogni viaggio inizia, sempre, dal primo passo. E il viaggio di Valentino Corsi, dopo aver seguito le gesta nelle scorse edizioni di Devais e Paky_twc, inizia con un passaggio dallo stand Malossi di Eicma, da quella informazione chiesta e da una proposta “che mi ha convinto. Che ci ha convinti, perché si tratta di una decisione presa con i miei genitori.” Di un primo passo compiuto inizia prima di aver raggiunto la maggior età ma che “vorrei diventasse la mia vita. In pista, comunque. Da pilota o da preparatore.”

Perché in provincia di Pavia, dove abita, Valentino studia meccanica e sogna un futuro su due ruote, con le mani nel motore. Anche se, la versione casco e tuta, rimane la sua prima opzione. Quel casco e quella tuta che sono il primo appuntamento con l’Academy, il sabato mattina in cui si conoscono coach e compagni d’avventura, quando si ritira e prova tutto il materiale. “Quando con la tuta indossata, stivali e guanti e tutto un kit di cose così belle che mi è rimasta una sola parola, in gola. GRAZIE. A mamma e papà.” 

E poi via. A provare lo scooter, il mezzo che lo accompagna in strada ogni giorno ma qui da portare in pista, e per la prima volta. “Per una prima, nuova, bella sensazione. Con un mezzo molto diverso dalle Pit Bike a cui sono abituato. Un mondo nuovo e da subito familiare: sono un adattivo. Mi piacciono le novità, le studio a fondo e mi ci adatto velocemente.” E infatti “ho subito fatto i conti, grazie alle istruzioni dei coach, con la modalità di affrontare le curve e la frenata. Che mi sono state davvero utili, come gli esercizi e il video dell’on board della pista che i coach ci hanno fornito e chiesto di studiare, cercando di memorizzare traiettorie e curve.”

E se la domanda successiva sarebbe “quindi, come è andata?” la risposta sta tutta nella prima casella della griglia di partenza delle due gare della domenica e sotto le due bandiere a scacchi che hanno visto il suo Dragster numero 2 passarci per primo in entrambe le occasioni. Ma non è, e non può essere, tutto qui. 

In mezzo ci sono state le incertezze, quelle di un meteo che ha invertito la sua rotta dal sabato di prove alla domenica di gare e quelle “delle curve a sinistra che mi han dato qualche grattacapo.” Per non parlare “di un problema con lo stivale che scivolava in gara1 a cui ho capito e trovato come mettere rimedio in gara2.”

In mezzo, però, anche il tempo di godersi la prima, vera, gara della vita, con il momento migliore da fissare “in un sorpasso, nella prima finale. Quando sono arrivato lungo ad una curva e il mio diretto avversario è passato. Una manovra errata, la mia, che però mi ha permesso, alla curva successiva di arrivare e affrontarla più veloce, riuscire in una traiettoria stretta e sul rettilineo, in scia, recuperare e passare.”  

Anche se la cosa che, alla fine, l’ha gasato di più “beh. È stata la vittoria! Il primo gradino del podio di giornata che qui aveva un gusto diverso: non conoscendo gli avversari non sapevo cosa aspettarmi.” Ora, invece, per il prossimo fine settimana di gara, sa anche cosa fare, come prepararsi: “l’obiettivo è quello di migliorare la posizione in sella e cercare di usare più il corpo. Insieme allo sguardo: i coach mi hanno consigliato di porre più attenzione, guardando di più, l’uscita di curva. Suggerimento che ho già messo in pratica in allenamento con la pit, riuscendo a limare un paio di secondi.” Un primo consiglio che trova riscontro al cronometro. Un primo passo di un viaggio chiamato Malossi Racing Academy. “E che – chiude Valentino - vorrei andasse oltre.” Un passo alla volta.