Trofei Malossi e un Regioni in versione “prima volta”

di Emanuela Macrì

Camaiore, Potenza e Modica capitali di Regione. O, meglio, del Trofeo Regioni. Perché no, non abbiamo modificato la geografia ma su quel palco nel venerdì sera di Vallelunga e su quel podio protagonista della cerimonia della premiazione di categoria, sì abbiamo concluso una stagione e scritto un’altra e nuova pagina del libro, capitolo 33, dei Trofei Malossi. Ispirata a una storia, anzi tre, di località, Regioni e prime volte.

Tra queste quella del titolo Regioni Nord di Daniele Rossi, il pilota toscano che dalla provincia di Lucca arriva ai Trofei Malossi per la sua prima stagione in sella. Per concluderla da vincitore. “Un anno in cui ho capito – racconta – l’importanza di lavorare con una squadra come quella del Team DPS di Armando Di Pasquale, Andrea Martone e Ferdinando Spezzacatena che mi hanno seguito e consigliato in tutto. Grazie ai loro consigli ho imparato cosa significhi guidare in autodromo a differenza dei kartodromi a cui ero abituato, a usare tutto l’asfalto a disposizione, a stare in carena ed evitare alcuni movimenti per guadagnare tempo giro su giro”. Fino a quel “giro della vita (e della stagione) a Modena, nella seconda gara in calendario dove recuperando un ritardo importante, di fatto, posso dire di aver conquistato il titolo. Dopo una prima manche attaccato al gruppo della ScooterMatic, infatti, pagavo lo scotto del poco allenamento e delle troppe energie profuse con una seconda manche in cui avevo tirato i remi in barca e sembrava mi fossi arreso. Tanto che pure la squadra mi dava per spacciato. Quel che nessuno immaginava è che sarei riuscito a riprendere Vincenzo Pace (Team Spider) e vincere praticamente al fotofinish, con 16 millesimi di vantaggio”. 

Il giro o la gara della vita (almeno quella vissuta fino a qui). Per Pasquale Vigna (RC Motors), alle prese con la prima stagione completa ai Trofei Malossi, è difficile dire con certezza quale sia stato il momento decisivo per la conquista del titolo Regioni Sud. Da una parte c’è il ritorno “a Sarno su un circuito, l’Internazionale di Napoli, dove una seconda piazza di giornata mi sollevava dai timori della vigilia, dovuti all’esperienza catastrofica vissuta nella scorsa stagione. è stato lì, di sicuro, che ho iniziato a crederci. Dall’altra – continua il pilota di Potenza – c’è la domenica vissuta all’Autodromo dell’Umbria di Magione, dove mi giocavo il titolo in un fine settimana in cui avrei dovuto affrontare la gara senza l’assistenza del mio preparatore Rocco Coviello. Aggiungendo alla pressione psicologica dell’ultimo atto stagione anche quella della prima volta da solo al box”. Ma non è tutto, perché forse la sorpresa maggiore rimane “quella di essermi scoperto un pilota da pioggia. Come ben raccontano la conquista della seconda manche nella prima stagionale ad Airola, sotto un vero diluvio universale e la gara vinta a Magione”. Quella dell’emozione più grande ma, anche e grazie a tutti i “nonostante tutto”.

Quel “nonostante” che racconta alla perfezione il titolo Regioni Sicilia di Federico Arena. Nonostante l’abbia rincoros per qualche anno. Nonostante la fatica di trovarsi, fino all’ultimo, a sgomitare tra avversari dal deciso appetito agonistico: quest’anno il Girone dell’isola porta il nome del pilota di Adriano Motors. In una stagione in cui con il primo podio assoluto arrivato già nella prima gara all’Autodromo Concordia di Favara. Il primo segno di un anno in crescita. “La giornata migliore, forse determinante, è stata quella all’Autodromo Valle dei Templi di Racalmuto – racconta il pilota di Modica – perché con Adriano Cerruto, il mio preparatore, abbiamo visto i risultati concreti di alcuni esperimenti sul motore. Quelli che mi hanno dato la certezza di avere un mezzo all’altezza delle ambizioni mie e del team e spronato a impegnarmi ancora di più”. Il motore quale arma vincente e il supporto della famiglia come asso nella manica. Ma anche un po’ di strategia. “A Triscina, dopo la caduta di Giovanni Vecchio (Team D’Agata) con cui mi contendevo il titolo e la vittoria della prima manche, nella seconda ho preferito puntare su un piazzamento che mi assicurasse i punti di cui avevo bisogno per portare a casa giornata e stagione”.  

E allora ecco che la geografia può essere, anche, una questione di punti di vista. E senza di essa, si dice, non potrai essere da nessuna parte. Così sta ad ognuno di noi trovare il proprio posto nel mondo e farne una capitale… da Trofei Malossi.