ScooterMatic, Varano e la ciliegina sulla torta

 

di Emanuela Macrì

Una stagione che sta per giungere al termine, quasi in zona dessert. Al tavolo tre piloti, stessi punti in classifica – al netto degli scarti previsti dal regolamento - e stesso obiettivo: scrivere il proprio nome sulla targhetta 2025 da fissare al Trofeo ScooterMatic. Diversi per carattere, stile e storia, uguali nella sfida, in una gara diversa da tutte le altre perché composta da una manche unica ma a doppio punteggio. Tutto o niente, insomma. E c’è posto solo per uno (ma attenzione a chi segue, in classifica generale, seppur a discreta distanza!) tra Paolo Birtele (Team D.P.S.), Francesco Buscema (Buscema Racing Team) e Vincenzo Sciacca (Team BSC), ovvero uno tra i vincitori dei Gironi Nord, Sud e Sicilia. 

Tre piloti e un Trofeo come un’enorme torta, da guarnire con la ciliegina e poi tagliare in quel finale di stagione, il Malossi Day che troverà sull’asfalto del Riccardo Paletti di Varano de’ Melegari il suo epilogo stagionale. La provincia di Parma, però, dista ancora qualche km e settimana. E questo è il momento sospeso, quello dedicato alla preparazione di motori e assetti, ma anche a pensieri e ricette per la vittoria. Un occhio a quel che è stato e uno a quel che sta per essere, dunque.

Per Paolo Birtele una stagione Nord di vittorie, con un solo secondo posto nella gara conclusiva, quella di Cervesina e una parola guida: CONFERMA. Lui che aveva, e ha, un compito non da poco nel dare significato a quel numero 1 che scelto per sostituire il suo precedente 194 sul cupolino del suo scooter firmato dal Team D.P.S. Lui che di quel titolo italiano, come lo chiamano tutti nel paddock e nei box, del Trofeo ScooterMatic è campione in carica e si trova, dunque, a dover difendere il titolo. A confermarlo, appunto. Su una pista che “non è tra quelle che preferisco. Per il mio stile i tracciati più guidati e i kartodromi, in generale, sono più adatti” e con una formula che “sarà peggio di una gara normale. Il rischio, combinato all’impossibilità di rimediare, senza alcun margine di errore, è davvero elevato.” Ma non per questo si dice spaventato. Anzi. L’asticella alta gli piace. “Che vinca il migliore!”        

                         

Un rischio – conferma Francesco Buscema – alto, sì. Basta nulla per buttar via una stagione e senza appello. Ma è così per tutti e quindi, va bene. È sempre stata, e sarà, una lotta ad armi pari.” Alla fine di una stagione nel Girone Sud con un motore home made e l’immancabile collaborazione del fratello Tony, in crescita. Iniziata dal terzo posto di giornata di Airola che passando dal secondo di Magione lo ha portato sul primo gradino del podio di Binetto. All’insegna della “STRATEGIA. Ho studiato gli avversari, uno in particolare, ho preso le misure durante il farsi della stagione, analizzandone le mosse e ho agito di conseguenza.” E della pista? “Mi piace tantissimo, ma ho dovuto imparare a conoscerla. All’inizio non riuscivo a capirla ma ora, con un po’ di esperienza – e con quella curva prima del rettilineo e quel curvone a sinistra seguito da un destra destra così particolare che, devo direi, mi dà gusto - sta entrando di diritto nelle mie preferite.” 

Varano? La amo!” Va dritto per dritto Vincenzo Sciacca. Lui che, dopo la chiusura amara dalla scorsa stagione con quel suo esito mal digerito, si portava nel 2025 dei Trofei Malossi uno stomaco in fiamme ma anche, e soprattutto “una gran FAME. Credo sia la parola che meglio descrive tutto quanto è stato.” Tutti i podi conquistati e le vittorie, compresa quella sfiorata nell’ultima prova a Racalmuto di un Girone Sicilia che ha, comunque, conquistato. Un’abbuffata di soddisfazioni in sella al suo scooter BSC Moto ma nessun senso di sazietà. “Il Paletti è una pista veloce e tecnica. Fa per me, per il mio stile di guida.” E la formula a botta unica? “Mah, non so dire se sia meglio o peggio di una gara divisa in due manche. Dipende da tanti, altri, fattori.” E da quel [parafrasando un vecchio spot] languorino che non è voglia di qualcosa di buono, è proprio fame! In fine dei conti siamo in zona dessert, no?