Rebecca Bianchi, che (bella) sorpresa il TMax e questi Trofei Malossi!

di Emanuela Macrì

Che scoperta questo TMax!” Quattro parole che suonano come musica e invece sono il riassunto, perfetto, del weekend di Trofei Maolssi a Cervesina di Rebecca Bianchi. Motocilcista professionista e istruttrice auto e moto, il 560cc di casa Yamaha per lei era una novità assoluta. Dalle minimoto alla 600 STK del Campionato ESBK Rebecca ha dato gas in tutte le piste possibili e sentito cantare motori fin dalla nascita ma lo scooter no, lo ammette, non era previsto nella sua personale lista dei mezzi da provare in circuito.

Il fine settimana sul TMax, prima del suo inizio, mi metteva una certa ansia. Perché avrei incontrato un mezzo a me del tutto sconosciuto, mai guidato nemmeno su strada.” Preoccupazioni, però, pronte a cedere il passo alla sorpresa. Giusto il tempo di un turno di prove libere “per mettere in pratica i consigli dei ragazzi del Team Malossi, capire dove posizionare piedi, quale la giusta posizione del corpo - che assomiglia a quella nostra con la pioggia e il corpo molto esposto” e lasciare che l’asfalto scorresse sotto le gomme.

Tre turni di libere e due qualifiche, certo, non sono molti ma abbastanza per raccogliere quei dati utili per questo mezzo nella sua versione 2021 - ancora in via di sperimentazione su pista. E che saranno indispensabili, a me, in gara. Soprattutto nella prima delle due finali, dove riusicirò a vedere il gruppo di testa e tenermi su tempi davvero soddisfacenti per un debutto.” Riuscendo, anche “a evitare scivolate e, quindi, danni.”

Ma, soprattutto, ad avere la meglio sul falso mito che il TMax sia un mezzo, in gara, non adatto alla guida di una ragazza. A cantargliele proprio, se vogliamo! “Che si debbano fare i conti con un peso considerevole, e quindi sia necessaria una guida molto fisica, è indubbio. In staccata, soprattutto, lo sentivo con decisione nelle braccia mentre nei cambi di direzione è davvero stabile, grazie a una ciclistica soprendente, che davvero non mi aspettavo.”

Scorrevole e piacevole da guidare, ma anche da ascoltare. Come una ballata. “Con la messa a punto e qualche personalizzazione del mezzo, possiamo far sentire la nostra voce e giocarcela alla pari con l’altra metà del cielo”. Quella dei piloti in tuta Malossi che – ma c’erano dubbi? NdR – hanno dimostrato di che pasta, e cuore, sono fatti. “Sono rimasta sbalordita dalla sportività dei ragazzi! In qualifica uno del gruppo dei più forti, senza alcun accordo fra noi, mi ha tirata e aperto la strada. E questa, ho capito, non è un’eccezione ma l’immagine, in pista, del clima generale di un paddock che così, in vent’anni di carriera, non mi era mai capitato di incontrare.”

Un fine settimana di rivelazioni, dunque. “E di conferme: dopo l’esperienza fatta posso garantire che la guida dello scooter si può rivelare un ottimo allenamento per i piloti alle prese con la preaparazione di gare o campionati di moto. E non perché di qualità inferiore, anzi. L’impegno, la concentrazione e lo sforzo fisico richiesti non potranno che essere loro di grande giovamento.”

Sconsigliato, invece, l’uso di cuffiette prima dell’ingresso pista. “Prima di mettermi in sella escludo qualsiasi tipo di ascolto. Per evitare distrazioni ed eventuali scariche d’adrenalina. La musica la riservo ai momenti di allenamento tra casa e palestra. E se devo eleggere un artista su tutti la preferenza va a David Guetta.” Il motivo è presto detto: “mi piacciono i suoi pezzi, le sue rivisitazioni.” E certo, ovvio, perché se non sono elaborati – che siano brani o motori - non li vogliamo! E questa no, non è una sorpresa.