Raffaele Esposito, i percorsi e la Malossi Racing Academy

di Emanuela Macrì

Di strade da percorrere e deviazioni del caso Raffaele Esposito può dire di saperne qualcosa. Nato a Reggio Emilia dove è cresciuto fino all’età di 6 anni per poi trasferirsi con la famiglia ad Angri, oggi ventinovenne, risiede a Milano dove è praticante dottore commercialista. Con una tesi magistrale parcheggiata in doppia fila, ad attendere la fine dell’estate per iniziare i lavori. “Per concentrarmi su un altro percorso, lontano dalla mia realtà professionale ma non di vita perché si tratta della Malossi Racing Academy.”

Un cammino che avrebbe voluto intraprendere negli scorsi anni “non fosse stato per quel limite d’età che mi vedeva fuori gara ancor prima di pensarci. Poi la notizia dell’innalzamento dell’età massima per la partecipazione e la decisione, immediata, di provarci: era arrivato il mio ORA O MAI PIU’. Senza dire nulla a nessuno, nemmeno alla mia famiglia. Un segreto custodito fino al sabato di Modena quando con una telefonata annunciavo di trovarmi dentro una tuta Malossi, in procinto di entrare in pista.”

Fino a quel primo appuntamento di una stagione “che voglio pensare quale primo passo verso un futuro di gare e soddisfazioni. Dopo qualche anno di prove libere in pista era arrivato il momento di griglie e classifiche. Nell’Academy ho visto la soluzione più adatta per accompagnarmi in questo viaggioE non mi sbagliavo.” I fatti lo hanno evidenziato da subito, in quel primo appuntamento a Modena “quando dopo le prove del sabato in cui ero il più veloce ma già in qualifica dovevo fare i conti con il fattore emotivo, a incidere sui tempi registrati.

A fare i conti con tutti gli elementi da considerare, conoscere, affrontare. Ma proprio tutti, come a Magione, quando in occasione della seconda stagionale “già dal sabato le previsioni davano condizioni incerte. Dopo la pioggia della notte la pista al mattino era bagnata. Facciamo qualche giro e io mi sento bene (sai quanta acqua presa con il motorino, negli anni??!) quindi nessuna inibizione nella guida. Sono sicuro e carico. Prima della seconda finale di giornata, però, arrivano gocce enormi, una fine grandine, e poi un temporale a coprire, letteralmente, la pista con un manto d’acqua. A cambiare ogni cosa, ogni assetto.” 

Anche mentale. “Riesco, però, a mantenere la calma e dopo il via del semaforo pure la testa della gara. All’ultimo, però, sono stato passato da Devais che insieme alla bandiera a scacchi si è preso pure il titolo di giornata.”  Cosa è mancato? “Quel minimo di incoscienza per tentare un sorpasso troppo azzardato: qualche anno in più a bordo con me ha frenato la voglia di farcela per dare la precedenza alla prudenza. Perché prendersi un rischio significava danneggiare un altro pilota e la sua gara. Non me la sarei perdonata.” 

Una gara già difficile di suo, allungatasi nei tempi per via del meteo e complicata anche nella condotta. “Una di quelle che sei contento di portare a termine ancora in sella, soddisfatto per aver dimostrato di poter stare davanti e di potermela giocare.” Una gara che forse non è ancora finita perché “Devais lo ribecco alla prossima eh!” Per fare i conti, a colpi di gas e staccate.

Conti fatti pure con la famiglia, che in risposta alla sorpresa di sapere Raffaele in Malossi Racing Academy aveva chiesto il link delle gare per poterlo seguire in questo suo nuovo percorso che dal modello 730 lo conduce ai 200cc del Dragster Italjet. E, a quanto pare, verso un futuro di weekend tra i cordoli. Dopo (conditio sine qua non) aver ridato gas alla tesi e passato il traguardo della laurea magistrale.