Racalmuto, un box allargato e un podio affollato

di Emanuela Macrì

Una coppa condivisa, uno scooter caricato sulla golf e 700 km da percorrere. Quelli che dividono Pagani, Salerno, e l’autodromo di Racalmuto, Agrigento. Quelli che coprono la distanza tra una pazza idea maturata in una mattina e la riconquista della fiducia in sé stessi. Ma, soprattutto, tappa chiave nel percorso di Raffaele Celentano che dopo una stagione di Trofei Malossi sotto tono, decide di misurarsi con il Girone Sicilia “perché lì ci sono piloti fortissimi. E sfidarli tra le curve di casa loro è una prova che, arrivato a questo punto, può segnare la mia svolta.”

Perché ne ha davvero bisogno. “Venerdì sentivo la gara di Cervesina ancora piantata sullo stomaco, per via del risultato deludente e i problemi incontrati già a Magione e prima a Modena. Quella in corso, fino a qui, è stata una stagione davvero indigeribile, in un anno in cui avevo tutt’altre aspettative.” Così, invece di lasciare la partita, Raffaele rilancia. Anche se non sa cosa aspettarsi da un paddock che praticamente non conosce per poi scorprire che lì, invece, ti puoi aspettare di tutto.

A partire da un’accoglienza che nessuno potrebbe mettere in dubbio. “Ci siamo sentiti nella giornata di venerdì – racconta Adriano Cerruto – e alla sua richiesta di informazioni per il box ho subito risposto sarebbe bastato stringersi un po’ nel nostro per starci tutti! Ho conosciuto Raffaele qualche stagione fa e per un motivo sconosciuto abbiamo sempre fatto il tifo l’uno per l’altro. Per questo, condividere lo spazio e dargli una mano il sabato per aggiustare qualche noia al motore è stato un vero piacere. Un passaggio naturale.”

Come quello di Giuseppe Ottoveggio che da quel box allargato ci passa la domenica mattina per un saluto ma appena si rende conto che Raffaele è in difficoltà non ci pensa due volte e si mette a disposizione per aiutarlo. “Per quel supporto e quei piccoli aggiustamenti – sottolinea il pilota di Pagani - che piccoli non sono e faranno la differenza. Che mi daranno la spinta, anche emotiva, per dare tutto quello che potrò. In gara1 studiando gli avversari, a me conosciuti, e in gara2 spingendo verso una vittoria dal gusto di rivalsa e rivincita.”

Per salire sul gradino più alto del podio della giornata del Trofeo Regioni Sicilia. E lasciare che a ritirare la coppa del miglior preparatore fossero proprio Adriano e Giuseppe “perché senza di loro non sarei riuscito a compiere quella che posso definire un’impresa.” Per risalire sulla Golf e affrontare altri 700 km in compagnia di una coppa e di una ritrovata autostima. E quel gusto di famiglia che non è dato solo dalla presenza, irrinunciabile, della sorella Valentina ma anche da un paddock che ti accoglie e ti fa sentire a casa anche quando la tua di casa dista 700 km. Ma questi sono i Trofei Malossi, bellezza. E quanta bellezza sono!