di Emanuela Macrì
Ma uno YouTuber e influencer, come fa a diventare un pilota? Cosa lo porta fuori dagli sche(r)mi per indossare tuta e guanti, prender posto in griglia di partenza per contendersi qualifiche e posti sotto una bandiera a scacchi? “Una proposta – risponde Ivan Giussani – alla quale non era possibile rispondere null’altro che con un Certo!” Anche se si tratta di una contro-proposta, a raccontarla tutta. “Sì, avevo immaginato un progetto con il nuovo motore 100cc Malossi ma le cose sono andate diversamente e il mio arrivo in Malossi Racing Academy altro non è che quel Certo! che ha seguito la domanda “e se fossi tu l’influencer partecipante nella stagione 2025?”
E così il passo verso l’asfalto e il Dragster Italjet sarà breve. Verso quel primo appuntamento a Modena, con tutti gli occhi puntati addosso “e che ansia! Non conoscere il mezzo, la pista e nemmeno il mio livello. Poi una volta in sella, la tensione si è sciolta. Anche se poco dopo, alla vista delle rain montate, il livello è tornato a salire.” Iniziare una carriera sotto la pioggia può mettere, in effetti, una certa pressione.
Il nemico numero uno di giornata non sarà, però, il meteo ma il semaforo, in partenza “di cui non avevo capito benissimo il funzionamento e allora al via della prima gara ho perso il momento e qualche posizione.” Per poi recuperare. Fino a guadagnare il secondo gradino del podio. “Cosa impensabile, soprattutto davanti a quelle gomme da pioggia, dove ho immaginato che ci saremmo stesi tutti.” E invece no, perché a giocare un ruolo primario ci sono stati i consigli dei coach.
Con quel Non esagerate! che può suonar banale ma per Ivan sarà fondamentale “quando in gara2 ero a ruota di Corsi e per un attimo ho pensato di giocarmela. Poi quelle due parole mi son tornate nelle orecchie e allora non mi son preso rischi, lì, inutili.” Decisione saggia e presa sulla scorta “di aver compreso subito il livello di competenza di Rebecca Bianchi e Luigi Pannone: al termine del primo turno di prove libere i tempi non arrivavano. Il consiglio sulla posizione dei piedi sul mezzo è stata la svolta, misurabile in secondi, tanti, di differenza dai tempi di un turno dall’altro.”
Ivan che di coach però ne vanta due in più dei colleghi: Devais e Paky TWC, ex accademici e ora piloti ScooterMatic, che a sorpresa lo hanno raggiunto in griglia per ricordargli che vince chi rimane in sella! Chissà poi cosa avran pensato vedendolo cadere in gara1 a Magione quando “ero fuori traiettoria e sbagliato il dosaggio del gas. Con il risultato di aver tirato una gran botta, arato il prato e riempito lo scarico di terra. Impossibile rimettere in moto e ripartire.”
Difficile riparare poi in gara2, con quella pioggia e un certo timore, normale dopo una caduta. E invece no. Perché la cronaca della seconda frazione di gara racconta tutta la voglia di riscatto di un Giussani che in una nuvola di pioggia e tensione a mille apparecchia un photofinish che lo vede passare per secondo sul traguardo per soli 95 millesimi. E per fortuna che la caduta gli aveva messo qualche preoccupazione!
“Certo se poi si guarda al podio (suo obiettivo dichiarato NdR) tra i nomi non c’è il mio. Ma se si guardano tempi e modalità di gara devo dire che sento e vedo la situazione migliorare.” Non c’è piena soddisfazione, però “forse – e sorride – è una questione scaramantica.” Ci siamo persi qualche rito propiziatorio? “No, perché per il momento non ho capito cosa possa portarmi bene. Ma appena arriveranno segnali in tal senso, provvederò.” Rimaniamo in attesa di sapere.
Così come attendiamo di sapere quale numero avrebbe scelto al posto di quel 3 che l’alfabeto gli ha assegnato d’ufficio. “Anche se non mi dispiace, devo dire. Perché mi mette sul podio!”. Che sarà l’obiettivo anche per la prossima gara? Domanda che chi scrive non ha posto ma si prende la libertà e il rischio di azzardare qui a una risposta: CERTO!