Giulio Meoni, un’Academy tutta studio e tempi

di Emanuela Macrì

Sulla carta si sarebbe trattato di un percorso breve. Nei fatti, invece, la strada che condurrà Giulio Meoni alla Malossi Racing Academy sarà molto più lunga. Da qualche anno, infatti, con la sua prima edizione al via, Luigi Pannone lo avrebbe voluto in squadra senza riuscire, però, a convincerlo. I due si conoscono da sempre. Entrambi di Ariccia ed entrambi con la passione per i motori e scorrere nelle vene. Per Giulio i tempi, però, non erano ancora maturi. Sentiva che il suo momento non era ancora arrivato.

Fino a quando “forse convinto anche dalla presenza di un mezzo nuovo, ho dato inizio a questa avventura. Un avvio non facile per via della differenza tra lo Zip, che sono abituato a guidare in strada e qualche volte in pista e il Dragster, il mio oggetto attuale di studio.” Quello che grazie al programma dell’Academy sta dando buoni risultati “e un miglioramento continuo. Dal primo giro delle prove libere del sabato all’ultimo giro di gara della domenica la differenza è abissale.”

A stupire Giulio poi è la misura in cui “ogni consiglio, accorgimento, piccola correzione si riveli importante, fondamentale. La posizione dei piedi, la direzione dello sguardo. Tutto contribuisce alla crescita costante.” Per lui che studia meccanica e già lavora in officina e davanti a sé vede “un futuro da meccanico più che da pilota. Ma l’esperienza in sella sarà decisiva: conoscere direttamente mi porterà a capire, approfondire, comprendere, riuscirò ad essere più sensibile e capace di comprendere gli eventuali problemi dei mezzi.”

E poi “l’Academy mi offre l’opportunità di conoscere e toccare con mano e ginocchio i circuiti più prestigiosi. D’ora in poi, quando sentirò nominarne uno di questi, potrò dire sì, lo conosco, ci ho girato!” Ripensando a tutte le altre mille cose imparate. “Prendi gli esercizi, ad esempio. Le prove di frenata e accelerazione e, soprattutto, il tracciato a otto che mi è servito per misurare e migliorare l’angolo di piega. Mi ha dato fiducia.”

Quella che il pilota di Ariccia sta acquisendo sempre più. Insieme al gas che sta imparando a dosare “come rilevato anche Luigi e Rebecca, dovremo lavorare su questo. Forse la mia abitudine al motore 2 tempi mi sta mettendo in difficoltà con i 4 del Dragster che risponde subito, anche a bassi giri lui è già pronto. Io meno ma sono sulla via del miglioramento.” Con studio e osservazione, le armi di Giulio. Che non conosce l’asia ma, anzi, sfrutta i momenti topici per analizzare ogni dettaglio.

In griglia, ad esempio, non bado alla pressione del momento ma ne approfitto per fare un quadro generale della situazione: guardo il pubblico poi passo in rassegna i miei compagni e li seguo mentre partono. Cerco di capire la loro linea, come si posizionano quale strategia mettono in atto. Io che invece parto in modo prudente, dubbioso nei primi giri in cui non so se buttarmi o attendere. Poi a tre giri dalla fine, quando so di non avere più tempo, allora è una specie di risveglio.” Anche se qualcosa sta cambiando. 

Dopo la gara di Magione, sotto la pioggia, sono partito dall’ultima casella della griglia per passare da quinto sotto la bandiera. Ecco, quella credo sia la prova: se ci sono riuscito sul bagnato, allora sull’asciutto posso avere più margine, posso fare meglio. Superare alcuni dubbi sulle mie possibilità, così come gli avversari tra i cordoliSe per frenata e staccata sono messo bene, ora punto anche alla gestione della gara.” Studiando per dare più gas nella prima parte di gara e arrivare più deciso nella seconda. Con lo sguardo fisso sui tempi, di pista e motore. Avversari… avvisati!