di Emanuela Macrì
Una stagione circolare per il Girone Sud dei Trofei Malossi. Iniziata in una fresca domenica di fine marzo ad Airola per terminare, sempre sul tracciato dell’Autodromo Gianni de Luca, nell’infuocatissima prima domenica di luglio dopo aver fatto tappa all’Autodromo dell’Umbria di Magione. Una stagione combattuta, aperta fino all’ultimo millesimo di secondo e di punto in classifica, che al ritmo di “testa bassa e lavorare” vedrà Giuseppe Iannini (Team D.P.S.) spuntarla in ScooterMatic mentre il Trofeo Regioni Sud porta sulla targhetta 2022 il nome di Giuseppe Sorrentino (Team Ceppone F.lli Tenente). Incertezza, lavoro e dedizione, i fattori determinanti dunque. Sì, ma quanto? Tanto così, come ve lo raccontiamo qui.
Nella sfera delle possibilità di vittoria nel Regioni, poco prima dello spegnimento dei due ultimi semafori, una rosa di tre candidati, gli stessi che poi andranno a comporre, nello stesso ordine, il podio stagionale. Con Sorrentino in vantaggio di 2 lunghezze su Raffaele Celentano (Team G.N.G.) che dopo un terzo gradino del podio della prima gara saliva sul primo a Magione, e 12 su Giancanio Eboli (Eboli Racing), che sull’ultima griglia di partenza si porta un terzo e secondo posto di giornata ottenuti nelle precedenti occasioni. Il pilota del Team Ceppone, dal canto suo, si presenta all’ultimo appuntamento stagionale senza aver mai mancato un podio (con un primo e un secondo posto) ma con più di un dubbio sull’efficienza del mezzo. Per questo dopo una prima manche a gas e punteggio pieno, nella seconda preferisce contenere il rischio risparmiando quel filo di gomma che in una giornata tanto calda potrebbe essergli letale. Sulla scorta, soprattutto, di una prima frazione di gara che aveva visto Eboli fuori per una scivolata già nel primo giro – ma poi rifarsi (con più vantaggi per il morale che non per la classifica di giornata) con un primo posto nella seconda finale - e Celentano in difficoltà per tutto il fine settimana. Arriva così, per Giuseppe Sorrentino, quel titolo atteso da qualche anno, sfiorato soltanto. “Raggiunto anche con il lavoro fuori dal box. Con una preparazione fisica adeguata, grazie al lavoro del personal trainer, nonché motivatore, Fabio Pisacane. Con le presenze fondamentali di mio fratello, moglie Claudia e dei consigli di un campione, costretto ai box per questa stagione, come Gennaro Scelzo.”
Pazienza, attesa e tanto lavoro anche per Giuseppe Iannini rientrato dopo qualche stagione lontana dai Trofei Malossi. Un ritorno, il suo, in punta di piedi, senza fare troppo rumore. Quello lo riserverà al momento della conferma del titolo, conquistato e sudato. Perché Iannini arriva ad Airola in terza posizione in classifica, a 13 punti dal titolatissimo Antonio Paduano (Team Rivieccio) e a 12 dal giovane talento spagnolo Ignacio Roman (Macera & Accardo Racing). Sa che dovrà lavorare e non poco, perché in qualifica si aggiunge l’insidia di un pilota esperto come Gennaro Adinolfi (AGR Team) che non si lascia sfuggire la prima casella della griglia di partenza e nemmeno il secondo posto sul podio di giornata. Non una partenza da favorito, dunque, per il pilota del Team D.P.S. che deve fare i conti “con quella – racconta - che poi si rivelerà l’unica nota positiva della stagione, ossia la caduta, seppur recuperata, di Magione.” I suoi diretti avversari, forti entrambi di due podi nelle gare precedenti in cui si erano scambiati il primo e secondo posto fra loro, però non brillano nella domenica di Airola: Paduano, terzo nella prima frazione, esce di pista e scena sul finale della seconda senza poter ripartire mentre Roman fa i conti con una giornata più spenta rispetto alle altre. E se, comunque, la classifica vedrà lo spagnolo a pari punti finali con Iannini a festeggiare sarà proprio quest’ultimo in virtù di un miglior piazzamento ottenuto in stagione. “Frutto – dice – di un buon feeling con il mezzo, già dai primi test. Ma, soprattutto, dell’armonia nel box e del lavoro di tutto il team, al completo. Il preparatore Armando Di Pasquale e Biagio Papa, il mio manager e amico.”
Perché fare squadra, far quadrato, conta sempre. E anche se si dice che “il cerchio è una linea retta che torna al suo punto di partenza” qui la sola linea dritta è quella che porta alle curve di Vallelunga per il finale di stagione. E se queste sono le premesse, prepariamoci a… tutto perché “La nostra vita è un cerchio di cui non sappiamo il diametro.”