Gennaro Adinolfi: ai Trofei Malossi con garbo e carattere

 

Come un piatto di pasta al ragù. Se dovessimo descrivere Gennaro Adinolfi lo faremmo proprio così. Perché nessuna ricetta riuscirebbe a riassumere meglio l’anima, educata e decisa, del pilota campano. Lui che, con il suo immancabile sorriso timido e genuino, dal suo arrivo nel 2008, dopo anni da spettatore, ha saputo conquistarsi un posto a tavola ai Trofei Malossi. Con tanto garbo e altrettanta fermezza.

Attratto tanto dalla passione per i motori e la voglia di misurarmi con le piste – racconta il pilota di Cava dei Tirreni -quanto dall’atmosfera che avevo capito essere il vero tratto distintivo di questa manifestazione. Ho iniziato con il campionato del sud e la categoria ScooterMatic per poi passare, dopo la conquista del titolo, ad aggiungere chilometri ai miei viaggi e cc al mio motore per arrivare al campionato italiano.”

Passando, anche, per un vero e proprio colpo di fulmine, quello per il motore 4 tempi e la categoria SuperScooter 4Stroke che “appena presentata già mi aveva fatto innamorare. Un po’ per una questione di erogazione, molto di più per quel rombo particolare, quel suono che non ha eguali.” Musica per il suo orecchio esperto.

Quello di un meccanico che nella sua officina è riuscito a trovare il giusto spazio per quella passione che di nome fa scooter. “Anche se non sempre risulta cosa semplice far coincidere gli impegni della stagione di gare con quelli del periodo più impegnativo e di maggior carico lavorativo. Ma l’attesa del venerdì, quando un colpo di chiave alla porta e l’avvio del furgone carico danno l’inizio al weekend in pista, è la benzina speciale che porta a sopportare qualche sacrificio in più.” 

Quel sacrificio capace di dare un sapore speciale alla conquista, nelle ultime due stagioni, del titolo nella 4Stroke. Con un’infilata di vittorie, nell’edizione 2019, che ne ha fatto il dominatore assoluto. “Anche se il box e la compagnia del gruppo rimangono gli unici ingredienti che non possono mancare. Insieme alla soddisfazione data dalla conferma della classifica di aver lavorato bene ed essere riuscito a preparare un buon mezzo.” 

Lo stesso che fornirebbe domani mattina anche al più apprezzato compagno di trasferte, suo figlio Antonio Pio, qualora decidesse di assaggiare l’emozione della pista. “Purché sia una sua precisa scelta. Da parte mia, nessun intervento e nessuna pressione.” E nemmeno un consiglio? “Gli raccomanderei di badare alla sicurezza, alla necessità di portare a casa il risultato ma di tornarci tutto interoForse, aggiungerei quale suggerimento quello di non sentirsi mai troppo sazio, di non smetter di cercare nuove sfide.” 

Proprio come Gennaro che dal prossimo campionato vedremo schierato sulla griglia di partenza di un’altra categoria (sebbene ad oggi non abbia svelato quale). “Era giunto il tempo di nuovi stimoli e, nel medesimo tempo, di mettersi a studiare: un nuovo mezzo, nuovi avversari e tutte quelle strategie da mettere in atto per arrivare sul podio. Perché in pista non è solo una questione di gas da dosare e polso per farlo.” Ci sono, infatti, delle regole che per il cavese valgono più di ogni piazzamento. 

A contare, più di tutto, infatti, è l’umiltà. E chi lo ha conosciuto sa è proprio questo il suo stile. Come ammette lui stesso, sorridendo: “non sono un pilota che cerca il contatto, la sfida che confina, anzi sconfina, nella scorrettezza. E se dovessi incappare in una qualche situazione sconveniente, in uno sgarbo fatto di proposito, so che non raccoglierei la sfida ma diminuirei la velocità e lascerei fare, passareQuello che mi porta ai Trofei Malossi è l’adrenalina della gara sì ma, anche e direi soprattutto, la voglia di viverli in compagnia di persone con cui mi piace condividere tempo e passioni. E anche la tavola.” 

Una passione, quella per il cibo, che potrebbe fare concorrenza a quella per i motori. Grazie, anche, all’innata curiosità che potrebbe fare di lui un cuoco provetto. “Operlomeno– conclude Gennaro – attento. Quando capita, mi piace osservare chi si muove tra fuochi e pentoleCercare di capire segreti, interpretare gesti, distinguere riti.” Studiando da vicino l’arte necessaria per trasformare in opera una pasta al ragù. Quel piatto semplice e dal carattere deciso, che tanto gli somiglia. Come persona e come pilota.

Emanuela Macrì