Francesco Paolo Bona. Ai Trofei Malossi puoi, se ci credi

di Emanuela Macrì

Se puoi sognarlo puoi farlo. E la domenica tra i cordoli dei Trofei Malossi al Concordia di Favara di Francesco Paolo Bona dimostra proprio questo. Perché se i tempi nelle prove cronometrate ti dicono male, il motore non ti segue, e la classifica di qualifica generale ti consegna al gruppo B, se lo sogni poi finisce che puoi farlo. Puoi aprire il gas e mettere la gomma davanti a tutte le avversità. Ma ci devi credere.

Al mattino, nelle libere prima e nelle cronometrate poi – racconta il pilota palermitano - c’era qualcosa che non girava. E alla fine quella seconda casella in griglia con il gruppo B non mi andrà poi tanto stretta. Certo il dispiacere di non potermi misurare con i piloti più veloci c’è ma sento subito che quell’amaro in bocca può essere l’innesco di tutto.” Di un pomeriggio in progressione e della vittoria della prima manche, una bandiera a scacchi che mancava da qualche anno.

E che sarà solo l’inizio. Perché gli permette l’accesso alla griglia del gruppo A “anche se in penultima posizione. Con un panorama, quello delle schiene dei miei avversari, che certo non è il migliore”. Ma Paolo non si distrae e cerca una soluzione. “So di dover partire bene, senza perdere nemmeno un millesimo di secondo allo spegnimento del semaforo. Così faccio e quando vedo un pilota prendere una traiettoria diversa rispetto agli altri, più esterna, non spendo più di un altro millesimo per decidere di seguirlo: alla prima curva ho già guadagnato le prime delle sei posizioni che mi porteranno a passare sul traguardo in sesta posizione.”

Per arrivare in una zona premiazioni che certo gli sembrava molto più lontana, probabilmente inarrivabile, solo qualche ora prima così come quella coppa del quinto posto di giornata. Ma che non arriva a caso. E non solo per il lavoro al box con papà Pino e Gianfranco che trovano la giusta quadra “ma cercando di distribuire le energie, dando più nella seconda metà del tracciato meno insidiosa rispetto alla prima.”

La svolta, però, sta tutta a metà della prima manche quando, in fuga dal resto del gruppo e con un vantaggio che supera abbondantemente il secondo “ho la certezza di avere gas, passo e margine ma so di dover risparmiare la gomma per la frazione di gara successiva e allora cambio strategia, da aggressiva a conservativa.” Quindi se puoi sognarlo puoi farlo, sì. Ma solo ci credi. E se non perdi nemmeno un millesimo di secondo per farlo.