Federico Rucci, ai Trofei Malossi e sull’obiettivo. Come un ariete

di Emanuela Macrì
 



Dai Trofei Malossi su carta patinata a quelli su pista. Dalla lettura degli articoli sui settimanali al gazebo da montare e smontare nei paddock fino a quei circuiti che Federico Rucci affronta sempre con lo stesso, preciso, obiettivo: alzare l’asticella per sfidarsi. Misurare le proprie capacità nel gestire il suo team, FR Racing, ma anche preparare i motori, lui che per mestiere ci traffica ogni giorno, per poi portarli sui tracciati di gara.

Così in quel 2008, quando all’appuntamento settimanale con le riviste decide di sostituire quello di allenamenti e calendari gare, la scelta del mezzo per le sfide su pista non poteva che cadere, sullo scooter. Un fatto del tutto naturale perché “è uno dei veicoli – racconta il pilota della provincia di Benevento – più difficili da guidare. Non nasce per la pista ma per questa esigenza viene trasformato e adattato. Un aspetto determinate in un ambito che lascia molto spazio alla sperimentazione.”

Una scelta che racconta molto di Federico, e non solo come pilota. Trent’anni il prossimo 30 marzo (e un 30 che tornerà ad essere il suo numero nella nuova stagione) e un carattere quanto più vicino a quell’antica macchina d’assedio, a quell’ariete sotto il cui segno è nato: a testa bassa, in carena, e lavorare. Caricando, senza mai tirarsi indietro, senza temere il confronto con gli avversari.

La sfida prima è quella con sé stesso e con la novità, quell’attitudine a misurarsi con qualcosa di nuovo ogni volta possibile.  “Come nella stagione che inizierà a breve dove tanto per me quanto per i ragazzi del team tutto sarà, ancora una volta, nuovo. Dalla SuperScooter 4Stroke, con Andrea Cataffo e Luigi Pastore stiamo per traslocare: loro prenderanno casa nella Scootermatic mentre io, che il 70cc l’ho già conosciuto e frequentato per anni, mi misurerò nel Trofeo Nazionale Scooter Velocità.”

Un altro, nuovo, confine da superare. Un’altra asticella alzata. “Il saluto alla categoria dei 4 tempi ha imposto una scelta che ho trasformato, ancora una volta, in una sfida: preparare un motore nuovo per mettermi in gioco alla guida di un mezzo, a me, sconosciuto. Nonostante sappia benissimo le difficoltà con cui dovrò a fare i conti perché conosco il livello degli avversari. Ma questo, anziché un deterrente, sarà il sale, il sapore dell’annata 2021.”

In fin dei conti, uno degli aspetti che più apprezza dei Trofei Malossi è il regolamento e quel principio secondo cui è richiesto che tutti i mezzi montino gli stessi componenti. “Ed è lì che si vede la mano, sia di chi lavora sul motore sia di chi lo guida. La partenza ad armi pari è un grande stimolo. Perché ti impone di fare la differenza.” Perché la partenza è, a parer suo, il momento più importante.

Il passaggio fondamentale sia del weekend, con il sabato, la parte più impegnativa perché tutto quello fai lì poi te lo porti in pista la domenica, che in gara dove una volta terminato il primo giro e scaricata la tensione post semaforo, i giochi si possono dire – essenzialmente - fatti.”

Anche per uno come Federico, capace comunque di adattarsi, ogni volta, tanto alle situazioni quanto agli imprevisti e agli infortuni. “Persino alla pioggia, elemento che ho imparato a conoscere, amare e che oggi prediligo.” Come dimostra la classifica di Vallelunga 2020 che nella categoria 4Stroke vedrà l’en plein, con manches e giro veloce sotto il suo nome e davanti al rivale numero 1, ma anche amico di lunga data, Gennaro Adinolfi.

Impresa, quella di lanciarsi come un ariete per sbaragliare la concorrenza, già riuscita sul circuito del Pietro Taruffi “nel 2018, la prima volta sul tratto lungo quando in una finale resa ancora più difficile dalle tante wild card sull’asfalto, non solo vado a prendermi una bella vittoria nella categoria Regioni ma mi permetto anche il lusso di passare sotto la bandiera a scacchi davanti ad Alfonso Cirillo, campione italiano in carica.”  

Una delle tante battaglie di Federico Rucci, un pilota per il quale più il gioco si fa duro più si spende e si diverte. Lontano da quella carta patinata che l’ha portato a scegliere il mezzo più difficile da portare in gara ma sempre vicino al suo unico obiettivo: alzare l’asticella per sfidarsi.