Andrea e Matteo Minischetti: un mondo che ruota attorno ai Trofei Malossi

Simbolo di creazione in atto, di ripetizione e, al tempo stesso, di rinnovamento, è la ruota che con tutti i suoi significati, sarà l'oggetto-simbolo, nonchè guida, di questa storia. Quella di Andrea Minischetti e papà Matteo, dei tanti Trofei Malossi passati dalle loro mani e di una predestinazione forte e inalterabile come solo un patrimonio genetico può essere.

Una passione e un rapporto, quello con i Trofei, che fissa la sua data di nascita con un anticipo di un paio d'anni rispetto a quella di Andrea, in quel 1992 in cui papà Matteo, lasciato il mondo del rally, si trova ad appoggiare occhi, cuore e futuro su una due ruote che prenderà presto il posto delle corse e della sua 112 Abarth, per cambiare il corso degli eventi. Per diventare, secondo la sua versione (anche se la notizia è da verificare) il meno giovane dei Trofei Malossi.

“Avevo deciso di lasciare il mondo delle quattro ruote - racconta Matteo- per dedicare più tempo alla famiglia: tutto il lavoro di preparazione, messa a punto e poi le gare mi stavano sottraendo ogni momento libero. Ma l'incontro con uno scooter 50 prima e Costantino Perna qualche tempo dopo, mi ha catapultato in un mondo, quello a marchio Malossi, che ho portato con me anche in officina a Torino e che non ho più abbandonato, partecipando a tutti i Trofei Malossi, vincendo in quasi tutte le categorie per trovare una sola costante: la fedeltà a questi colori.

Un mondo fatto di circuiti, di fine settimana di gare, di motori da preparare e giovani piloti da svezzare. Di un team che porta, ancora oggi, il suo nome e di un luogo che sarebbe tornato a segnare la via. “Il circuito di Lombardore, una trentina di chilometri da Torino, dove ho conosciuto i Trofei Malossi che non ho più lasciato. E dove, un paio d'anni più tardi, tornerò in uno dei fine settimana più importanti della mia vita, quello trascorso tra la pista e l'ospedale in cui, alle 14.30 della domenica pomeriggio, nascerà Andrea.”

Una predestinazione, dunque. Un amore per le due ruote che non chiudi in officina abbassando la serranda il venerdì sera, ma che porti via con te. E che non puoi non trasmettere a quel figlio nato in una domenica di Trofei. “La colpa- sorride Andrea - è proprio di mio padre, che mi ha portato in pista da giovanissimo e messo in sella poco dopo. Che poi, però, mi ha fatto entrare nel suo team senza sconti, ma con la condizione di lavorare per meritarmi quel posto.

E così sarà . Come nel 2016 “con l'arrivo del primo titolo nella SuperScooter 4Stroke, in una stagione che mi ha regalato la soddisfazione di vincere da outsider, di affermarmi nonostante fossi il pilota più giovane e per questo, da una parte forse il meno seguito, del team. Non ero il cavallo su cui puntare. E invece è stato proprio quella l'annata che ha segnato il mio percorso da pilota, in cui ho iniziato a capire di più il mezzo e darmi, mentalmente, delle possibilità per raggiungere i risultati desiderati.

Imparando - conclude Andrea- a impostare ogni situazione sul parametro della calma, mezzo fondamentale per arrivare fino al giusto limite e staccare al punto esatto, per non commettere errori fatali, a gestire ogni gara dandomi il tempo di studiarla attentamente e in ogni dettaglio, per affrontarla nel modo migliore. Questa prima stagione nella TMax Cup, credo, spieghi al meglio tutto questo: da esordiente, con in tasca il titolo 2018 della SprintMatic, fino al terzo posto in classifica generale prima dell'ultima gara stagionale. Non posso che dirmi entusiasta.”

Senza scordare di guardare il mondo da un altro punto di vista, magari ruotando quelle tre lettere M del cognome che accomunano papà , figlio e cugino, le tre persone che condividono l'avventura dei Trofei Malossi, diventare un numero, il 333 che ha scelto di portare sull'asfalto e su due ruote. Creazione in atto, ripetizione e, al tempo stesso, rinnovamento. Per continuare a far girare quella ruota, in una vita che “è un cerchio che si allarga fino a raggiungere i movimenti circolari dell'infinito”.

Emanuela Macrì